Siamo in viaggio da alcuni giorni. Ali, la persona che ci sta accompagnando in giro per il Rajasthan, è ormai diventato come uno della famiglia. Almeno lui si è presentato così: "we will stay together for 3 weeks, as a family". All'inizio non mi piaceva l'idea di avere qualcuno che guidasse la macchina per noi, ma dopo pochi metri è stato chiaro che sarebbe stato d'aiuto. Evitare le mucche sulla strada, seguire indicazioni in hindi, superare in curva, sono cose che, o ci sei nato in India, o non puoi impare a fare.
Perché l'India è diversa da tutto quello che ho visto. Più mi ostino a cercare di capire e più mi confondo.
Con Ali siamo ormai amici. Quindi preso da un impeto di friendship, al termine della chiaccherata gli ho chiesto di non chiamarmi più "Sir" ma "Gianluca", mi ha risposto;"ok Sir". Non ce la possiamo fare.
Il viaggio è scandito da luoghi mitici. Ogni volta che chiediamo qualcosa si trova a "Ondauev". Comprare una bottiglia di acqua si deve andare a Ondauev. Il "rat temple" si trova a Ondauev. Phalodi è a Ondauev. Ma se si cerca Ondauev sulla cartina non esiste, ma Ali ha ragine abbiamo trovato tutto "On the way".
Chissà che sia davvero "On the way" la ragione del nostro stare, o forse più semplicemente del mio. Mi piace questa idea che per stare bisogna andare.
Con questa idea per la testa decido che quando Ali ci propone un massaggio ayurvedico da una sua amica a Jaisalmer vale la pena farle visita. Del resto è a Ondauev, quindi non si può dire di no. Così mentre Giacomo e Giovanni si fanno abbindolare dall'idea di poter vedere dei cartoni animati, in hindi non so come possano piacergli, io, Chiara e Viola (altro segno evidente di una nuova fase per la ragazzina) ci facciamo cospargere di oli e massaggiare i centri vitali del nostro corpo. Ondauev che spettacolo!
In questo caso più che andare per stare io resterei e basta.
serie: ReportageIndia
In questo caso più che andare per stare io resterei e basta.
serie: ReportageIndia