Da Setubal verso Sesimbra, nel cuore della serra d'Arrabida a 20 km da Lisbona, si snoda una strada costiera che non ha niente da invidiare alle più blasonate strade della cote Sauvage, d'Azur, oppure alle impervie strade della Liguria di ponente, volendo esagerare la si potrebbe perfino paragonare alla strada del lago, quello di Como, che da Torno arriva fino a Bellagio. In verità una differenza esiste, ed è tutta portoghese, la strada da Setubal a Sesimbra è molto più autentica, vera, e senza sfronzoli.
È sabato di un tiepido ma soleggiato gennaio, decidiamo di andare a fare due passi su una bella spiaggia, andiamo al Portinho d'Arrabida. A Setúbal obbligo la famiglia a fare una sosta culinaria, in modo che i diversamente vegetariani possano mangiare due pescetti. Mangiato e bevuto, ci dirigiamo alla spiaggia. Arrivati al Portinho d'Arrabida Viola, Giacomo e Giovanni giocano tra gli scogli, Chiara sonnecchia avvolta tra le giacche, io cammino. Sole sulle spalle, sabbia sotto i piedi, a me il mare d'inverno piace anche di più. Niente costumi, ombrelloni, non si suda ma si passeggia con dei bei maglioni, è fresco, c'è vento, ogni tanto si raccoglie un sasso per vedere se si riesce a farlo rimbalzare tra le onde.
Sto camminando avvolto nei miei pensieri e vedo in lontananza un tizio che con asciugamano sotto braccio s'avvicina all'acqua, si sveste, e si tuffa. Ora d'estate fare il bagno nell'oceano non è certo come fare un bagno termale, d'inverno è anche peggio. Il tipo m'incuriosisce. Aspetto che esca e gli faccio i complimenti. L'Alfonso mi racconta che è da un anno che tutti i giorni fa il bagno nell'oceano, qualsiasi sia il tempo, sole, vento, o pioggia. La cosa si fa ancora più interessante, così nella speranza di capire la ragione d'un simile folle atto, azzardo un timido tentativo di dare un senso al quotidiano gesto, cerco di provocare una reazione affermando che del resto fa bene, tonifica. L'Alfonso mi spiega che la cosa non ha niente a che vedere con il fisico, ma serve a rafforzare il carattere. Caparbiamente sfidare se stessi su queste cose aiuta a diventare forti nei propositi. L'Alfonso è un diversamente libero.
È sabato di un tiepido ma soleggiato gennaio, decidiamo di andare a fare due passi su una bella spiaggia, andiamo al Portinho d'Arrabida. A Setúbal obbligo la famiglia a fare una sosta culinaria, in modo che i diversamente vegetariani possano mangiare due pescetti. Mangiato e bevuto, ci dirigiamo alla spiaggia. Arrivati al Portinho d'Arrabida Viola, Giacomo e Giovanni giocano tra gli scogli, Chiara sonnecchia avvolta tra le giacche, io cammino. Sole sulle spalle, sabbia sotto i piedi, a me il mare d'inverno piace anche di più. Niente costumi, ombrelloni, non si suda ma si passeggia con dei bei maglioni, è fresco, c'è vento, ogni tanto si raccoglie un sasso per vedere se si riesce a farlo rimbalzare tra le onde.
Sto camminando avvolto nei miei pensieri e vedo in lontananza un tizio che con asciugamano sotto braccio s'avvicina all'acqua, si sveste, e si tuffa. Ora d'estate fare il bagno nell'oceano non è certo come fare un bagno termale, d'inverno è anche peggio. Il tipo m'incuriosisce. Aspetto che esca e gli faccio i complimenti. L'Alfonso mi racconta che è da un anno che tutti i giorni fa il bagno nell'oceano, qualsiasi sia il tempo, sole, vento, o pioggia. La cosa si fa ancora più interessante, così nella speranza di capire la ragione d'un simile folle atto, azzardo un timido tentativo di dare un senso al quotidiano gesto, cerco di provocare una reazione affermando che del resto fa bene, tonifica. L'Alfonso mi spiega che la cosa non ha niente a che vedere con il fisico, ma serve a rafforzare il carattere. Caparbiamente sfidare se stessi su queste cose aiuta a diventare forti nei propositi. L'Alfonso è un diversamente libero.