martedì 31 maggio 2011


Non riesco ad essere contento della vittoria di Pisapia a Milano. Non la sto vivendo ne come un sogno, nemmeno come una liberazione.

Non conosco Pisapia, e sono preoccupato per il coro di consenso sulle qualita’ della persona. Io credo che il personalismo della politica sia un male. Mi piacerebbe che una proposta politica possa partire dalla assenza del leader e dalla presenza di tante persone. 


Sono preoccupato per i significati che si stanno attribuendo a questa vittoria. 

Io credo che sia sbagliata la lettura di quello che e’ sucesso come il risultato di una campagna elettorale convincente del centro sinistra , invece sono piu’ propenso a credere che sia una sconfitta del PDL, anzi, meglio, la sconfitta di Mr. B, del suo modo di fare política e delle sue  abitudini. Ai Milanesi la política di Mr. B. non sta piacendo, non piace soprattutto a quell’area cattolica che fa parte del centro destra. Il contributo di CL che e’ sempre risultato importante nelle precedenti elezioni vinte dal PDL, questa volta e’ venuto a mancare. Ma Milano e’ da vedersi come una tappa di un percorso che avra’ come epílogo le prossime le politiche. Se CL abbia detto addio al PDL, oppure se siano solo giochi di palazzo lo vedremo nei prossimi mesi. Di sicuro chi non se ne andra’ dal PDL e’ la lega, la quale sbraita, urla, si arrabbia, ma sa anche che Mr. B. e’ l’unico che puo’ assicurargli qualche cadregha a Roma, ed ormai di questo i suoi leaders non  possono piu’ fare a meno.

L’altro aspetto di cui sono preoccupato e’ che Pisapia e’ il candidato di un partito che fa parte di una colazione. Se Milano e’ una tappa per le politiche per il centro destra lo e’ anche per il centro sisnistra. Gli equilibri della coalizione di centro sinistra si andranno a ridisegnare nei prossimi mesi. Un candidato in quota al partito che conta di avere piu’ peso nelle cadreghe romane dovra’ scendere a compromesso nelle scelte locali. In ogni citta’, la maggior parte dei sindaci che sono passati alla storia hanno saputo fare il bene della citta’ quando sono stati capaci di muoversi con indipendenza rispetto alle imposizioni di chi sedeva nelle segreterie di partito a Roma. Come contro-esempio pensiamo a  Como.  Le dubbie capacita’ del sindaco Bruni sono state confermate soprattutto da quando há iniziato a costruire il suo futuro politico, i compromessi sono diventati tali che l’inefficacia delle scelte da copiere e’ risultata evidente.

Io non mi farei troppe illusioni o fantasie sul risultato di Milano. Ma  riuscire a mettere a nudo questi problemi, e scardinarli, e’ importante anche per il percorso político che abbiamo intrappreso in proviancia a Como.