martedì 30 agosto 2011

Tornando a casa dal lavoro passo dal centro di Lisbona, è sempre pieno di turisti.
Questa sera si avvicinano due persone di mezza età, uno e una, che in un discreto portoghese mi chiedono delle indicazioni.
Capisco che sono italiani.
Allora rispondo in italiano.
Mi chiedono se anch'io sono italiano.
Rispondo che sono portoghese.

Stupiti mi chiedono come faccio a sapere l'italiano così bene.
Imbarazzato rispondo che tra le lingue che conosco è quella che so peggio.
I due mal capitati non ci possono credere, meravigliati mi chiedono quali altre lingue conosco.
Rispondo: arabo, data la presenza musulmana per secoli in Portogallo, il cinese, per via delle intense relazioni commerciali con il paese del sol levante ... e che comunque me la cavo bene anche con il russo per via della assonanza fonetica.
Mi salutano con riverenza e si allontanano dicendosi quanto gli italiani sono ignoranti.
Forse avrei dovuto rincorrerli per informarli che era uno scherzo ... non ce l'ho fatta.
Non tanto perché hanno creduto ad un mal intenzionato che hanno incontrato per la strada,  ma quanto perché mi è sembrato che avrei potuto fargli male. Paradossalmente per proteggerli. Avrei potuto mettere a nudo che non sempre l'erba del vicino è la più verde.
Forse va bene così ... del resto crogiolarsi nei propri mali è una cosa che agli italiani fa piacere.