domenica 20 ottobre 2013

Muore Pribke a Roma e su un muro di Lisbona trovo scritto: "Priebke não e' morto mas mora em todos os racistas"

Pribke, per sua stessa ammissione, organizzo' la morte di 335 persone nelle Fosse Ardeatine a Roma il 24 marzo 1944 in rappresaglia dell'uccisione di 33 soldati alto atesini, come da lui stesso enfatizzato neanche tedeschi, da parte dei partigiani. A quel tempo la vita di un tedesco valeva quella di 10 italiani, in questo caso +5 (335=33x10+5).

Pribke non era un pazzo, era un razzista, come ce ne sono ancora tanti.


Trovo strumentale l'ondata d'indignazione dopo 18 anni dalla sua estradizione dall'Argentina dove era si era nascosto. Io sono tra quelli che pensano che ci siamo dati degli strumenti per giudicare queste atrocità, e che Pribke e' stato giudicato colpevole e gli e' stata data una pena da scontare. Ora si puo' discutere se la pena sia stata adeguata, si puo' discutere se e come celebrare i funerali, si puo' o meno essere interessati al suo testamento politico.
Purtroppo io credo che abbiamo perso un'importante occasione per parlare del razzismo, invece ci stiamo occupando del feretro di un razzista.

Come descritto in "Lapidarium" da un acuto osservatore del secolo scorso, Kapuscinski, in questo mondo globalizzato sono in corso tre grandi conflitti: tra le nazioni, di religione e di tipo razzista.
Questa vicenda di Pribke, e l'interesse suscitato, e' da ricondurre a questo terzo tipo di conflitto, quello razzista.
Questi conflitti si fanno per proteggere la torta oppure nella speranza di avere una fetta, che in altre parole si chiama benessere.

Purtroppo il razzismo e' un male che non si riesce a debellare, e' presente in tutte le societa'.
Ma oggi abbiamo uno strumento importante, perche' sappiamo come riconoscerlo. 
Il razzismo si manifesta ogni volta che al posto di dare un nome e un volto alle persone si usano le categorie: il terrone, il negro, il barbone, e queste categorie le si guarda dall'alto al basso.

Sotto di noi abita una famiglia medio borghese, hanno due bambine che vengono a giocare con i nostri figli. Siccome i genitori lavorano, loro stanno con la babysitter. Quando le bambine devono riferirsi alla babysitter dicono "a' minha empregada". E' una espressione che ovviamente loro usano perche sono abituate cosi, e la usano senza malizia, ma a me urta. Urta il fatto che una persona che vedono tutti i giorni, e che si prende cura di loro, venga definita attraverso la professione, e non con il suo nome. Io le prendo in giro, ogni volta che sento pronunciare la minha empregada, gli chiedo "chiiiii?????" e loro mi rispondono con il suo nome, sta diventando un gioco.

Il razzismo e' una erbaccia, e l 'unico modo per combatterlo e' quello d'evitare che prenda il sopravvento. Cosi' come il contadino tutti i giorni toglie l'erba grama dal campo, noi dobbiamo tutti i giorni lavorare per evitare che il razzismo prenda piede, perche' se dovesse prendere piede allora diventa tutto troppo tardi, in un attimo divampa e persone come Pribke prendono il sopravvento.

Ottobre 2013, Lampedusa, una nave con a bordo dei migranti proveniente dalla Libia affonda, muoiono più di 300 persone. 
"Morto numero 31, maschio, nero, presumibilmente trent'anni. Morto numero 54, femmina, nera, presumibilmente vent'anni. Morto numero 11, maschio, nero, presumibilmente tre anni."
Una strage paragonabile per il numero dei morti a quella delle Fosse Ardeatine.  Occorre aggiungere che secondo Fortress Europe (osservatorio on line sulle vittime dell’immigrazione), dal 1994 nel solo canale di Sicilia sono morte oltre 6.200 persone nel tentativo d'immigare in Italia. 
A Lampedusa sono morti piu' di 300 negri, disperati, potenziali ladri e prostitute. Sulle tombe allineate nell'hangar a Lampedusa c'erano numeri, non si poteva diversamente, non siamo riusciti a dare un nome alle persone.
L'analogia con quello che successe nelle Fosse Ardeatine non si limita al numero di morti, a Lampedusa si e' palesata una forma di razzismo, da circoscrivere ad uno dei tre grandi conflitti che sono in corso in questo pianeta per proteggere la torta, in nostro benessere. 
Questo dovrebbe aiutarci a vedere che il dramma che si sta consumando al largo di Lampedusa, dell'Italia e dell'Europa e'  parte un conflitto di tipo razzista, di cui noi ora siamo i carnefici.