mercoledì 16 aprile 2014

15 aprile 2014, Kathmandu - 1 giorno
Siamo andati a dormire tardi, volevamo stare il più possibile con Manuela ed Alberto. Dopo un'ora di sonno mi sono svegliato, così quando la sveglia è suonata alle 4:50 ero già sveglio da un pezzo, conclusione ho dormito 1 ora. Ad aspettarci fuori dall'albergo alle 5:15 c'era, come convenuto, il taxi. Dopo una corsa veloce all'aeroporto siamo stati portati nell'area dei voli nazionali. Un luogo da blade runner. Strutture in lamiera arrugginite, il check in un groviglio di pezzi di ferro, la bilancia per pesare i bagagli quella del salumiere, e tanti trekkers in attesa del volo. È noto che ho paura di volare, ed è anche noto che Lukla è l'aeroporto più pericoloso del mondo, una miscela esplosiva. 

La sera prima parlando del trekking con la nostra guida avevo voluto fare il brillante, e me ne ero uscito con una frase del tipo che la cosa più pericolosa del trekking al campo base era il volo su Lukla, non mi era piaciuta affatto la sua reazione, al posto di scherzare aveva provato a giustificare la difficoltà di portare a buon fine un volo simile. Paura. Aspettiamo su una panchina che ci chiamino, ad un certo punto annunciano il volo per Lukla, intendo: una signora con i vestiti della compagnia aerea schiarisce il suo vocione e grida "Lukla, Lukla". Una dozzina di persone viengono stipate dentro un pulmino sgangherato.  Il pulmino percorre la pista passando in carreggiata diversi aerei, non molto lontano intravedo un biplano che sembra messo male, certo del fatto che non sarà il nostro perché più vicino sta rullando un aereo decisamente messo meglio, tiro una gomitata a Chiara e sorridendo le dico "immagina gli sfigati che lo devono prendere".  Il pulmino prende la direzione del catorcio e io vengo colto da una paresi facciale. Non riesco a capacitarmi della situazione ma mi trovo dentro il catorcio, le poltrone sono delle panche di ferro con sopra un cuscino ed intorno una cintura di sicurezza. Ovviamente abbiamo il pilota a portata di occhio, in caso d'avaria verremo avvisati in tempo reale . Mi sono sentito come Abatantuono nella pubblicità contro la pirateria dei film.
Il volo è tranquillo e si gode una splendida vista sulle bestie, gli 8000, non le so riconoscere ma si stagliano sopra il resto. Ad un certo punto il pilota rallenta di botto, vira a sinistra rapidamente, e s'infila tra due montagne su una pista tanto corta che l'hanno dovuta fare in salita. L'incubo finisce, la paresi si scioglie, e il mio sorriso torna ad essere reale: sono sull'Himalaya.
Dopo un benvenuto a base di tè iniziamo a camminare, ho un sonno devastante ma sono drogato all'idea di camminare su queste montagne, cammineremo per 5 ore tra salite e discese, e visiteremo un monastero buddista. Il lodge dove dormiremo è un po' spartano: non c'è acqua per lavarsi, le stanze hanno due assi di legno con sopra un materassino e dalle finestre entra la bora. Alle 19.30 sono a dormire e mi sveglierò il giorno dopo alle 7.30, erano anni che non dormivo 12 ore. 
Namaste!

serie: #glueverest