domenica 13 luglio 2014

Oggi in macchina Viola ha chiesto ad Ali cosa succederebbe se dovessimo investire una mucca.
La faccenda si è fatta seria.
Ali ci ha spiegato che le mucche sono sacre perché simboleggiano la fertilità, e possono girare libere per le strade e fare quello che gli pare senza che nessuno debba ostacolarle. Una mucca appartiene ad una persona che ogni mattina la munge. Se per sbaglio una mucca dovesse essere investita, lo sciagurato, oltre ovviamente a non poter esclamare "porca vacca", deve compiere una serie di atti di penitenza per il peccato compiuto, ed infine è costretto a pagare una ingente somma al proprietario della mucca, spesso superiore al valore della mucca stessa.
Ma la cosa più sorprendente è che se invece dovessimo investire un asino, oltre a pagare una somma più alta di quella che si dovrebbe pagare per una mucca, si finisce anche in prigione.

Come ben si sa gli asini non sono sacri, ma evidentemente preziosi.
A questo punto Viola chiede ad Ali cosa succederebbe se dovessimo investire una persona.
In India, ci tiene a rassicurarci Ali, le persone valgono più degli animali, poi aggiunge, che in India non è come nel vicino, ma più arretrato Nepal. "Più arretrato" l'ho aggiunto io sulla base dei chiari sottintesi che Ali ci ha fatto capire.
La questione poi si sposta sul valore dei polli e degli altri animali. Sempre in Nepal, ci spiega Ali, i polli vengono mandati sulla strada nella speranza che qualche autista li investa, così i padroni possono fare un buon guadagno.
A me rimane impresso un dettaglio marginale di questa chiaccherata. La puntualizzazione rispetto al Nepal.
Quella tra indiani e nepalesi non è questione di rivalità. L'India non può temere il Nepal. l'India soffre della sindrome della paura del vicino. Hai presente la famiglia Brambilla del piano sotto al tuo. La mamma Brambilla spia dal buco della serratura, il papà Brambilla si appropria ingiustamente del tuo posto macchina, e i figli Brambilla fanno casino fino a tardi. Un po come i nepalesi, ma soprattutto i cinesi, per gli indiani.
In questi giorni sulle pagine dei giornali indiani ci sono alcuni commenti sulle recenti visite occorse tra India e Cina. In particolare il commento più frequente è quello della assoluta non attendibilità dei cinesi. Il primo ministro cinese in occasione della visita indiana aveva affermato che l'India e la Cina sono partner piuttosto che avversari, ma subito dopo questa visita è stata rilasciata la nuova versione della mappa dei confini della Cina e sembra che abbiano incluso parte del Kashmir di pertinenza dell'India.
In ogni famiglia Brambilla allargata, cioè includendo i parenti, ci sono sempre i Brusca, lui Brusca lei Brambilla, che hanno fatto qualche casino, insomma per rimanere nella metafora degli animali le pecore nere. I Brusca sono quelli che in occasione di un funerale tutti i parenti additano come gli sciagurati, e quindi emarginati.
L'India oltre che soffrire della sindrome del vicino mi sembra che soffra anche di quella del famigliare sciagurato.
Come sappiamo in India ci sono le caste, quattro per la precisione: brahmini (sacerdoti), guerrieri ed amministratori del potere, mercanti ed infine i braccianti. Al di sotto delle quattro caste principali ci sono gli intoccabili.
Con i miei occhi, quelli da occidentale, trovo questo sistema ingiusto.
Durante questo viaggio scopro che esiste una sorta di casta in fondo alla gerarchia sociale, i "denotified tribes" (tribù non classificabili), che una legge coloniale definiva come "tribù criminali", ed ottenuta l'indipendenza rinominate da una legge nazionale "delinquenti abituali". È dovuta intervenire L'ONU con una risoluzione nel 2007 perché queste popolazioni fossero riabilitate.
Con i miei occhi, quelli da occidentale, trovo questo sistema profondamente ingiusto.
Incontro un brahmino della famiglia dei Chandela presso il tempio di Lakshimi a Khajuraho. I Chanela sono quelli che hanno costellato Khajuraho di meravigliosi templi con raffigurazioni erotiche, quelle del kama sutra per intenderci, e quindi sono avanti ... dietro, sopra, sotto, sottosopra, difianco .... non distrarti! torniamo a noi!
Il brahmino parla un ottimo italiano, e quando ci sente parlare si avvicina per conversare, per fare esercizio, così ne approfitto per farmi spiegare, ancora una volta, la ragione delle caste.
Le caste sono uno strumento per raggiungere la pace.
Se togli all'uomo l'ambizione e la spregiudicatezza, domi il desiderio di soppraffazione. Le caste servono anche a questo, tutto è già stabilito quindi è innutile farsi largo a gomitate.
C'è un aspetto che con i miei occhi, quelli da occidentale, mi sembra profondamente esemplare. Nella sua millenaria storia, l'India, a differenza dell'Occidente, non ha mai fatto una guerra di conquista.
Sta famiglia Brambilla sarà sospettosa nei confronti dei vicini, un po sciagurata, ma indubbiamente esemplare.

serie: ReportageIndia