lunedì 24 ottobre 2016

 Muranow è un quartiere nel centro di Varsavia.
Si chiama così in onore di un architetto veneto, Józef  Bellotti, che contribuì a ricostruire Varsavia dopo la seconda guerra. Allora Varsavia era un cumulo di pietre, adesso è tra le più americane delle città europee. Larghe strade, grattacieli e molto verde. 
Muranow è Murano in polacco, l'isola di fronte a Venezia, di dove il Bellotti era originario. 
Noi abitiamo a Muranow.
Prima di noi a Muranow ci abitavano gli ebrei. La più grande comunità europea, oltre 500.000 persone, poi sono arrivati i nazisti e in Europa si è spenta la luce, 20 anni di tenebre. Quando finalmente l'hanno riaccesa erano rimasti pochi migliaia di ebrei e molte macerie. 
Di Varsavia si dice che prima che i tedeschi la radessero al suolo fosse la Parigi dell'Europa dell'est. Case con abbaini, strade ciottolate percorse da eleganti carrozze, muri che trasudavano musica classica.
Dopo la seconda guerra in 40 anni i russi l'hanno trasformata. Varsavia è costellata da tetti piatti, blocchi di edifici squadrati, asciutti, razionali che ricordano il periodo comunista. Dalle cantine di questi edifici ogni tanto esce della musica, quella dura, incazzata, elettrica. 
Adesso Varsavia è verticale, ha una concentrazione di grattacieli impressionante, ed è un processo destinato a non fermarsi tanto presto. 
Sotto gli uffici, tra i grattacieli stile americano e gli edifici sovietici ci sono ancora vecchie fabbriche dismesse. Dove si producevano cose pesanti, adesso si fa la spesa. In quasi tutti i quartieri ci sono i mercatini dei produttori locali, perché fuori da Varsavia ci sono boschi e campi da coltivare, così i contadini portano tutti i giorni i loro prodotti "biologici" in questi luoghi. Vecchiette, impiegati, manager si sfiorano tutti i giorni in questi mercatini bio-post-industriali, accumunati dallo stesso bisogno, fare la spesa e farla bene.
I grattacieli americani, i blocchi sovietici ed i mercati bio-post-industriali mi sembrano avvalorare una delle possibili contraddizioni di Varsavia, quella della difficile convivenza tra futuro, passato e presente ( http://breva-tivano.blogspot.com/2016/10/la-polonia-per-ora-l-capita-cosi_8.html). Varsavia è in mezzo tra un est e un ovest che sta prepotente tornando a condizionare il mondo.