sabato 8 ottobre 2016

 La situazione in Polonia, per come l'ho capita fino ad ora, mi sembra riassunta da plac Krasińskich.


In plac Krasińskich c'è un gruppo di persone che hanno montato bandiere ed installato posters. Vivono in tende da campeggio. Nella tenda più grande ogni tanto si radunano, discutono, forse pregano e mi sembra ricordino. Sono tutti piuttosto maturi, avranno circa 50 anni. 
È una fredda mattina d'ottobre, ci saranno 6 gradi, loro hanno dormito nelle tende, al freddo. Conosco Andrea (mi dice che in italiano sarebbe questo il suo nome), lo conosco mentre sto andando al lavoro, mi fermo per chiedergli cosa stanno facendo, del resto ci passo di fianco tutti i giorni e voglio capire. Andrea mi offre un caffè nella tenda più grande. Andrea mi dice di essere da più di un mese lì con i suoi compagni, da un lato di plac Krasińskich. 
Cosa di preciso rivendichino non mi è chiaro, è qualcosa legato al passato, deve avere a che fare con la Russia e con il periodo del comunismo. Girano con dei fogli che contengono una lunga lista di nomi.
Con Andrea è difficile capirsi conosce qualche parola in inglese, italiano che mette insieme in modo assolutamente originale. Io ho capito che c'era un tizio, un generale che ha fatto ammazzare molte persone all'epoca del comunismo e al quale è stata data una amnistia, poi c'è un loro militante che si era permesso di lanciare una torta al giudice che aveva dato l'amnistia al generale, il loro compagno è finito in carcere e non gli hanno dato nessuna amnistia. Questo secondo Andrea e i suoi amici dimostra la discrezionalità del sistema giudiziario in Polonia, fortemente influenzato dal potere politico.

Plac Krasińskich è in centro a Varsavia, a Muranow, dove c'era il ghetto ebraico, dove adesso stiamo abitando noi. Case costruite dopo la seconda guerra, perché qui la seconda guerra ha distrutto tutto.
Dall'altra parte di plac Krasińskich c'è una fermata dei bus dai quali ogni mattina scende la nuova generazione. Sono elegantemente vestiti, cappello corto e ben pettinato, scarpe lucide e iPhone. Anche per loro la seconda guerra è ancora presente, ma come qualcosa da dimenticare. A Muranow ci sono palazzi nuovi, vetrosi, con le sedi delle multinazionali. Quelle che hanno deciso d'apire un ufficio in Polonia per essere più vicini alla Russia, per fare affari con la Russia, ma godere della stabilità politica dell'Europa.

Da una parte un gruppo di 50-enni con in mano fogli di carta di gente da non dimenticare, dall'altra un gruppo di 30-enni con in mano gli iPhone e il mandato d'interpretare il passato in modo da far entrare la Polonia nel nuovo millennio.
Da una parte c'è chi pensa che sia un dovere quello di rivendicare un'ingiustizia occupando una piazza, facendo una manifestazione. Dall'altra invece chi rivendica il diritto di voler stare meglio condividendo i propri pensieri su altre piazze, quelle virtuali.
Attraverso ogni giorno plac Krasińskich in bicicletta. Sono passati 20 anni tra la generazione di 50-enni e 30-enni che ogni giorno s'incontrano sui due lati di questa piazza. Ogni giorno mi capita di guardare i due lati di plac Krasińskich, vorrei capire se sono stati 20 anni di un vuoto che adesso rimbomba, o di un pieno che non riusciamo ancora sentire.