domenica 16 aprile 2017

  Arriviamo a Shiraz senza aver prenotato la cuccia. Non è una novità, ma questa volta la situazione si trasforma in qualcosa d'inaspettato, comunque di sorprendente.
Scesi dal pullman che da Yadz ci ha portato a Shiraz prendiamo un taxi e chiedo di portarci dove c'è la più alta concentrazione di hotel della città. L'albergo che scegliamo è pieno, ma ci dirottano su di un altro che per la "modica" cifra di 150 euro per notte ci da una stanza, quella che loro chiamano suite. Una follia, ma vista l'ora e la stanchezza decidiamo d'accettare (mai speso così tanto per dormire). La stanza è enorme, ma brutta e i bagni vecchi e mal messi. Una pessima situazione: spenderemo tanto per il posto più brutto in cui siamo stati. A Shiraz dobbiamo stare tre notti quindi ne riserviamo solo una con l'intenzione di cercare un'altra sistemazione per le altre due notti.
Usciamo dal pessimo Hotel (Jaam-e-Jam) che ha le pretese di essere di lusso e cerchiamo un posto per mangiare. È dal mattino che non mettiamo qualcosa in bocca. Ceniamo, ci concediamo un dolce e persino il gelato, intanto ne approfittiamo per fare un giro nel meraviglioso bazar di Shiraz. Sulla via del ritorno verso l'albergo troviamo modo di prenotare da un'altra parte le altre due notti. Un postaccio ma le persone alla reception sono carine.
Tornati in albergo c'è la triste sorpresa. Non solo la stanza non è neanche lontanamente all'altezza del prezzo, ma l'acqua nella fatiscente doccia è fredda. Mi va il sangue al cervello. Metto i sandali e scendo alla reception. Con fare scocciato mi lamento della situazione, la tipa al bancone mi fa riaccompagnare da un tecnico nella stanza. Il tecnico non può far altro che constatare la situazione. Però non si danno per vinti e mi chiedono d'aspettare. Dopo qualche minuto il tecnico arriva con gli strumenti da idraulico ed inizia a ravanare intorno alla doccia senza risultati. Incazzato come una vipera mi metto lo zaino in spalla. Scendiamo tutti nella hall e guardando la tipa alla reception le dico che ce ne andiamo. La tipa mi offre un'altra camera, a suo dire più bella. Accetto di andarla a vedere. Con tempi super rilassati arriva un altro dipendente dell'albergo che ci porta a vedere un'altra stanza. La stanza risulta essere di gran lunga più elegante e pulita della prima ma purtroppo ha solo tre letti. La situazione è paradossale: da un lato c'è una stanza che fa schifo con 9 letti, e dall'altro una stanza carina che non ha abbastanza letti per tutti, il tutto alla "modica" cifra di 150 euro. Scendiamo di nuovo alla reception e mentre a larghe falcate approccio il bancone, Chiara mi raccomanda di stare calmo. Arrivati alla reception faccio per parlare cercando di voler capire come possano pensare di barattare una stanza con un numero di letti minore delle persone che la dovrebbero occupare, che da dietro come un uragano arriva la voce furente di Chiara che dice "I have 3 kids, they have to go to sleep. I want to leave NOW! I want our passport, NOW!". La tipa non prova neanche a controbattere, ci da i passaporti e noi siamo sulla strada. 
Nel senso letterale del termine. 
Sono le 21:30 e dobbiamo trovare un posto per dormire in una città apparentemente senza disponibilità. 
Andiamo nell'albergo nel quale abbiamo prenotato per le due notti successive. 
Non ha più posto, ma il tipo alla reception si prende a cuore la situazione e prova a telefonare ad una decina di hotels nei dintorni. Nessuno ha posto.
Intanto sono arrivate le 22:30.
Viola è allegra, suggerisce di comprare una tenda ed andare con un taxi a piantarla nel deserto. Giacomo e Giovanni costruiscono una palla di carta e giocano nella hall. Io e Chiara iniziamo a pensare al piano B. Infatti comunichiamo alla truppa che in caso di necessità metteremo in pista il piano B. Che come in tutte le situazioni d'emergenza che si rispettino non esiste, serve solo come tranquillizzante per la comitiva.
Dopo numerose ricerche telefonici anche i tipi dell'albero si danno per vinti.
Non c'è albergo che loro conoscano che ci possa ospitare per la notte.
Stiamo per uscire ma il signore della reception ci chiede di seguirlo. Ci mostra i baldacchini di legno in fondo alla sala da pranzo dove servono la colazione e ci dice che se vogliamo possiamo dormire li. La situazione si fa divertente. Ci immaginiamo il giorno dopo dormenti mentre gli avventori dell'hotel fanno colazione. Ma la cosa che rende sorprendente l'ospitalità di questo popolo è che il signore ci offre anche casa sua, dicendo che se la situazione non ci sembra confortevole lui ci ospiterebbe volentieri. Rimango letteralmente sorpreso. Me l'avevano detto che l'ospitalità degli iraniani era disarmante, ne abbiamo avuto dimostrazione.
Shiraz é una grande città con un numero interessante di cose da vedere: il Bazar, alcune historical houses, Aramgah-e Shah-e Cheragh ... ma soprattutto Persepolis. Decisamente affascinante pensare a come Dario il grande e i suoi successori abbiamo creato una città così bella e ricca.