Nel senso comune del termine di eroico nella fine del Capitan Caiazzo non c'è niente, ma ai miei occhi, quelli di uno che guarda al Mediterraneo come un luogo in cui rimanere umani, il Capitan Caiazzo è riuscito a fare una cosa straordinaria. Ha saputo regalarmi la speranza in un futuro migliore, e di questi tempi bui la speranza è come un faro che illumina la notte.
MRCC sta per Maritime Rescue Coordination Centre, lo scopo di questo servizio della Guardia Costiera italiana è quello di coordinare i salvataggi delle persone che si trovano in situazioni pericolose nel Mediterraneo centrale. In altre parole, se sei per mare, su un'imbarcazione in avaria, e hai bisogno di qualcuno che ti salvi, allora chiami l’MRCC e parli con lui, il Capitan Caiazzo. Il capitano valuta la situazione e decide se, e chi mandare ad aiutarti.
Conobbi il capitano anni fa, da allora siamo rimasti amici, di tanto in tanto ho raccontato le sue gesta sulla Breva e Il Tivano (http://breva-tivano.blogspot.com/search/label/CapitanCaiazzo). Ad unirci non furono solo gli ettolitri di vinho verde bevuto da Eurico, una tasca di Lisbona, ma una comune passione per le contraddizioni della vita, al punto che tra chi è giusto e sbagliato ci siamo sempre trovati a brindare per il più debole. Ce lo dicemmo una notte fonda nella nostra Lisbona, quando non era ancora invasa dai turisti, “parteggiare per i deboli” non è una scelta romantica, tanto meno ideologica o religiosa, il nostro è un gesto di prossimità con una categoria di persone a cui apparteniamo.
In questo inizio di secolo, con la questione aperta dei migranti, l’MRCC è uno di quei posti che risulta essere tra l’incudine e il martello. Per lavorare all’MRCC occorre essere schierati con i forti altrimenti il rischio di essere schiacciati è altissimo.
Il caso in questione è quello della Diciotti. La nave della Guardia Costiera italiana che quest'estate ha salvato 177 persone che nessuno però voleva che sbarcassero “a casa propria”. Secondo il governo Maltese non c'erano stati i presupposti per intervenire con un salvataggio, quindi i migranti dovevano essere portati in Italia, secondo il ministro degli interni italiano essendo stata intercettata in acque di pertinenza di Malta, era appunto Malta che li avrebbe dovuti gestire, quindi la Diciotti non era autorizzata ad attraccare in Italia.
Tutti noi sappiamo come è andata a finire ed ognuno si è fatto un'idea, ma comunque la si veda, e se si è capaci di togliere il velo d'ipocrisia che spesso la politica getta sopra queste situazioni, per come è stata gestita di umano è rimasto ben poco, forse solo il gesto del capitano.
Quel giorno in cui arrivò la richiesta di soccorso all’MRCC, il Capitan Caiazzo era in servizio. Non si dovette neanche consultare più di tanto con i suoi colleghi, per lui anche solo il rischio che qualcuno potesse rimetterci la pelle era stato sufficiente per ordinare alla Diciotti di intercettare i migranti e portarli a bordo.
Ieri ho sentito il capitano, lo trasferiscono per meriti di servizio in un altro ufficio, non si occuperà più di soccorsi in mare. Qualcuno seduto su una poltrona importante, non ha digerito che un ufficiale della Guardia Costiera potesse rispondere tenendo conto le leggi del mare piuttosto che i suoi ordini. A questa gente le contraddizioni della vita non piacciono, e tra stare dalla parte delle cose giuste o sbagliate scelgono di stare con i più forti.
Al capitano questa decisione costerà molto, sia professionalmente che personalmente, a noi moltissimo, abbiamo perso una persona che ci avrebbe aiutato a rimanere umani. Alla luce di questo trasferimento gli ho chiesto se avesse qualche rimpianto, ha fatto passare qualche secondo poi mi ha risposto “ho fatto quello che si doveva fare”, che poi significa stare dalla parte dei deboli.
MRCC sta per Maritime Rescue Coordination Centre, lo scopo di questo servizio della Guardia Costiera italiana è quello di coordinare i salvataggi delle persone che si trovano in situazioni pericolose nel Mediterraneo centrale. In altre parole, se sei per mare, su un'imbarcazione in avaria, e hai bisogno di qualcuno che ti salvi, allora chiami l’MRCC e parli con lui, il Capitan Caiazzo. Il capitano valuta la situazione e decide se, e chi mandare ad aiutarti.
Conobbi il capitano anni fa, da allora siamo rimasti amici, di tanto in tanto ho raccontato le sue gesta sulla Breva e Il Tivano (http://breva-tivano.blogspot.com/search/label/CapitanCaiazzo). Ad unirci non furono solo gli ettolitri di vinho verde bevuto da Eurico, una tasca di Lisbona, ma una comune passione per le contraddizioni della vita, al punto che tra chi è giusto e sbagliato ci siamo sempre trovati a brindare per il più debole. Ce lo dicemmo una notte fonda nella nostra Lisbona, quando non era ancora invasa dai turisti, “parteggiare per i deboli” non è una scelta romantica, tanto meno ideologica o religiosa, il nostro è un gesto di prossimità con una categoria di persone a cui apparteniamo.
In questo inizio di secolo, con la questione aperta dei migranti, l’MRCC è uno di quei posti che risulta essere tra l’incudine e il martello. Per lavorare all’MRCC occorre essere schierati con i forti altrimenti il rischio di essere schiacciati è altissimo.
Il caso in questione è quello della Diciotti. La nave della Guardia Costiera italiana che quest'estate ha salvato 177 persone che nessuno però voleva che sbarcassero “a casa propria”. Secondo il governo Maltese non c'erano stati i presupposti per intervenire con un salvataggio, quindi i migranti dovevano essere portati in Italia, secondo il ministro degli interni italiano essendo stata intercettata in acque di pertinenza di Malta, era appunto Malta che li avrebbe dovuti gestire, quindi la Diciotti non era autorizzata ad attraccare in Italia.
Tutti noi sappiamo come è andata a finire ed ognuno si è fatto un'idea, ma comunque la si veda, e se si è capaci di togliere il velo d'ipocrisia che spesso la politica getta sopra queste situazioni, per come è stata gestita di umano è rimasto ben poco, forse solo il gesto del capitano.
Quel giorno in cui arrivò la richiesta di soccorso all’MRCC, il Capitan Caiazzo era in servizio. Non si dovette neanche consultare più di tanto con i suoi colleghi, per lui anche solo il rischio che qualcuno potesse rimetterci la pelle era stato sufficiente per ordinare alla Diciotti di intercettare i migranti e portarli a bordo.
Ieri ho sentito il capitano, lo trasferiscono per meriti di servizio in un altro ufficio, non si occuperà più di soccorsi in mare. Qualcuno seduto su una poltrona importante, non ha digerito che un ufficiale della Guardia Costiera potesse rispondere tenendo conto le leggi del mare piuttosto che i suoi ordini. A questa gente le contraddizioni della vita non piacciono, e tra stare dalla parte delle cose giuste o sbagliate scelgono di stare con i più forti.
Al capitano questa decisione costerà molto, sia professionalmente che personalmente, a noi moltissimo, abbiamo perso una persona che ci avrebbe aiutato a rimanere umani. Alla luce di questo trasferimento gli ho chiesto se avesse qualche rimpianto, ha fatto passare qualche secondo poi mi ha risposto “ho fatto quello che si doveva fare”, che poi significa stare dalla parte dei deboli.