lunedì 26 marzo 2012


Perche' il portogallo non s'incazza [prima puntata]
Perche' il Portogallo non s'incazza [seconda puntata]
Ritorno da Nusruddin, e questa volta lo trovo. Gli faccio la domanda di Giacomo : ‘anche in Portogallo c’e’ la crisi, ma allora perche’ non ci si arrabbia come da altre parti?’
Nusruddin mi spiega che i portoghesi non si incazzano perche’ non hanno le palle. Cosi’ come i Greci s’incazzano perche’ hanno le palle piene, e gli italiani s’incazzeranno perche’ gli romperanno le palle. In questo Nusruddin aggiunge che i portoghesi sono piu’ furbi degli altri, perche’ sanno che incazzarsi non serve a niente.

Sinceramente non era questo il tipo di spiegazione che mi sognavo da Nusruddin, altre volte aveva dato prova di essere un fine teologo, se non di sapiente filosofo. Glielo faccio notare, e Nusruddin mi suggerisce di sostituire PALLE a DEMOCRAZIA.
Nusruddin mi spiega che siamo alla fine di un progetto politico che si chiama DEMOCRAZIA. Gli Stati che l’hanno adottata hanno vissuto nell’illusione che avevano trovato la formula per garantire a tutti i cittadini prosperita’ e benessere. E per un periodo sembrava che questo progetto potesse funzionare, ma ora non piu’ perche’ il prezzo e’ diventato troppo alto. ‘Ma quale prezzo?’ chiedo ingenuamente
Nusruddin mi guarda e sorride, e mi dice qualcosa che da buon italiano mi rendo conto dovrei conoscere: ‘per ogni euro versato tramite le tasse, ne venivano pagati due per gestire la megamacchina del potere!’.
Nusruddin mi spiega che la democrazia per poter funzionare ha bisogno di qualcuno che governa e qualcuno che controlla. La democrazia ha bisogno di almeno due idee che si confrontano. Nessuno rimpiange il comunismo, ma dopo il 1989 e’ finita l’azione di controllo, e si e’ assistito ad una messa in scena della democrazia dove due formazioni fantoccio si contendono le elezioni per garantire gli interessi di una oligarchia. 
Nusruddin mi esorta a non essere complice delle cose sbagliate. Nussruddin sostiene che la megamacchina del potere va spenta togliendole l’energia di cui si alimenta: le tasse. Le tasse non vanno evase, sarebbe un atto codardo ed egoistico, ma occorre riappropiarci della res/pubblica, ora in mano alle varie caste di 
politicanti e finanzieri, e ognuno di noi dovrebbe decidere come e dove spendere i soldi messi in comune per le esigenze di tutti. 
Nussruddin ha le idee chiare anche sul come. Solo un illuso, oppure uno in malafede, puo’ credere che la megamacchina la si cambia dal didentro.
Il pensiero di Nusruddin mi lascia con molti piu’ dubbi che risposte. Ma gli chiedo cosa c’entra con la questione da cui siamo partiti.
Di fianco a noi abita Maria, una vecchietta alla quale l’altra settimana hanno staccato l’acqua perche’ non la pagava da mesi. Cio’ nonostante Maria va tutte le mattine da Ze’ (un bar sotto casa) a fare la colazione. Ze’ gli da la colazione, lei gli lava il pavimento. Recentemente qualcuno le ha dato una mano e l’acqua e’ tornata. Maria non e’ ne triste ne’ disperata, ha quello di cui há bisogno: chiacchera con le amiche, esce al bar/ristorante, ecc … { vídeo da guardare }
Forse i portoghesi non si incazzano, perche’ non hanno ancora completamente perso il valore della comunita’. Non c’e’ niente da perdere dalla crisi, anzi c’e’ solo da guadagnare una maggiore coesione tra i membri della comunita’. Nei quartieri storici si riesce a darsi una mano a prescindere dallo Stato, soprattutto quando questo non e’ neanche piu’ in grado di offrire un servizio fondamentale come quello delle medicine per i malati di cancro.

serie: Portogallo