mercoledì 27 febbraio 2013

Questa mattina al caffe’ un mio collega tedesco mi ha chiesto di spiegarli come mai uno come Berlusconi abbia potuto prendere cosi’ tanti voti dopo il danno che ha causato, e le promesse che non ha mantenuto.
Io amareggiato, e per un senso di vergogna, ho voluto liquidare la cosa con una spiegazione di tipo antropologico: gli italiani sono smemorati. Il mio collega mi ha ricordato che in Germania due ministri si sono dovuti dimettere per dubbi titoli di studio. In Italia se uno dichiara di avere un titolo di studio falso si deve dimettere da presidente di un partito che non conta niente. Ma alla fine abbiamo convenuto che i tedeschi non sono migliori o peggiori degli italiani, molto probabilmente non e’ una questione antropologica, ma una questione di paletti. In Germania ci sono vincoli sui candidati che si possono presentare alle elezioni. Il figlio di un meccanico avrebbe dovuto sapere che affinche’ uno Stato democratico possa funzionare occorre che ci sia gente giusta che sappia far girare gli ingranaggi.

A queste elezioni non ho votato, non certo perché penso che tutti siano uguali oppure perché non credo importante votare, semplicemente perche’ non ho trovato qualcuno che mi potesse rappresentare o che mi convincesse, neanche turandomi il naso.

Ammetto che m’aspettavo tutt’altri risultati, e non nascondo lo sconforto del 25 febbraio sera quando ho visto che dopo 20 anni ce ne potrebbero essere altri 20. Non tanto di Berlusconi, che se Dio vuole ad un certo punto ci lascera’, ma di una politica fatta di cose vecchie. Se avesse vinto una delle due colazioni questa considerazione non sarebbe cambiata, cio’ nonostante sarebbe stato meglio per il fatto che qualcuno si prendeva la responsabilita’ di governare.

Gli italiani si sono svegliati il 26 febbraio 2013 con un mal di pancia incredibile. Nei giorni precedenti hanno dovuto votare, scegliere chi li dovesse rappresentare ed ancora una volta tra la testa e la pancia hanno scelto il criterio della pancia. Troppo sofisticato chi ha analizzato i programmi, valutato le proposte, confrontato i candidati. Il voto in Italia e’ un voto di pancia. Berlusconi e Grillo hanno saputo rivolgersi alla pancia degli italiani. Se doveste chiedere al primo che passa per la strada quali sono le cose su cui hanno puntato Berlusconi e Grillo saprebbe dirlo in una parola: IMU il primo, e Vaffanculo il secondo. Se invece doveste chiedere al primo che passa per la strada quello su cui ha puntato Bersani, nei migliori dei casi dovrebbe formulare un pensiero articolato, troppo complesso, riassumibile in una parola: boh!
Ma lasciatemi spezzare una lancia a favore di Bersani. Io non credo che il problema sia ne’ sulla sua leadership ne’ sui contenuti, se ci fosse stato Renzi sarebbe stato probabilmente diverso nei numeri ma non nella sostanza: dopo 20 altri 20 anni. Renzi l’ho seguito durante le primarie, troppo Veltroniano per rivolgersi alla pancia.

Occorre uscire dall’equivoco che rivolgersi alla pancia sia rozzo se non volgare. Finché non si prende coscienza che il voto e’ anche di pancia si e’ destinati a non vedere trasformare in realtà il tipo di societa’ che vogliamo, ed a lamentarci ad ogni tornata elettorale. Per anni ho lavorato alla costruzione di un percorso politico che potesse rivolgersi alle persone offrendo contenuti, emozioni ma ciò nonostante sapesse rivolgersi alla pancia. Purtroppo la cosa e’ andata troppo lunga, o per fortuna il percorso e’ stato travolto dalla vita.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere. L’empasse causata dai risultai elettorali puo’ aiutare a risolvere una questione che e’ precondizione per far funzionare una democrazia rappresentativa, come quella in cui viviamo. Credo sia vero quello che mi diceva il mio capo tedesco, la democrazia ha bisogno di paletti, di vincoli che impongano certe regole. Adesso e’ il momento di far vedere che, oltre alle parole gridate in piazza, Grillo e il movimeto 5 stelle sono capaci di azioni. A Grillo chiedo nei prossimi 100 giorni di mettere mano alla legge elettorale facendo in modo che chi ha ricevuto una condanna in primo grado non possa essere eletto, di risolvere il conflitto d’interessi e di prendere provvedimenti per ridurre i privilegi della casta. L’Italia con queste elezioni chiede pulizia, e Grillo ha l’occasione di dimostrare che e’ un comico e non un buffone che fa politica (di buffoni ne abbiamo tanti), mentre Bersani ha l’occasione di dimostrare che e’ capace di lasciarsi alle spalle 20 anni di una politica miope fatta di bicamerali, di voti a favore degli aumenti dei vitalizi dei parlamentari, etc... C'è una petizione su Change.org che credo possa interessarti e che chiede esattamente quanto sopra, io ti chiedo di sostenerla::http://www.change.org/it/petizioni/caro-beppe-grillo-dai-la-fiducia-al-governo-per-cambiare-l-italia-grillodammifiducia.
Grillo e Bersani in questo momento hanno questa responsabilita’, se per ragioni elettoriali o di partito non sapranno assumerla credo che abbiamo il dovere di presentare ancora una volta il conto a chi si e’ candidato per rappresentarci.

L’Italia e’ una penisola, non un’isola, attaccata all’Europa senza la quale non va da nessuna parte. Con questo parlamento abbiamo la straordinaria possibilita’ di pulire e palettare la democrazia, come da altre parti in Europa hanno fatto per fare in modo che gli ingranaggi potessero funzionare. In tutto questo mi consolano i risultati degli italiani all’estero, ed in particolare degli italiani in Portogallo, dove vivo. E’ doloroso sentirsi a casa in casa degli altri. Forse e’ da qui che passa il mio nuovo senso di non-appartenenza.