venerdì 12 luglio 2013

E' inizio luglio e, soprattutto, iniziano le mie ferie. Decidiamo di ritornare in Marocco. Partiamo una mattina presto da una calda, caldissima Lisbona ed arriviamo tardi, tardissimo in una fresca Tangeri. Secondo il biglietto del traghetto avremmo dovuto toccare il suolo africano alle 17:00,  ma riusciamo a sbarcare alle 22:00. Ad aspettarci non ci sono i doganieri di Marrakech Express con le scimmie, ma seri poliziotti. 

Sbrigate le sempre lunghe, ma ormai decisamente accettabili, formalità burocratiche ci dirigiamo verso il riad che abbiamo prenotato qualche ora prima tramite booking.com. Affamati chiediamo un consiglio su dove poter mangiare qualcosa di veloce. Il tipo del riad ci consiglia di andare da Eric's, che a suo dire fa hamburger healthy: carne, formaggio, uova, salse di ogni tipo e cipolle cotte. Cosi' healthy che riusciro' a stare sveglio tutta la notte per fare compagnia al muezzin, ringraziando Allah di aver seguito i consigli culinari del giovane marocchino.
La medina di Tangeri e' stupenda e ci perderemo a passeggiare tra i vicoli, le spezie, la verdura, la carne. Ma sara' l'apertura della  testa di una capra con la lima del 13 a suscitare paura a Giovanni, domande a Giacomo, ed impressione a
Viola .
Quella marocchina è senza dubbio una società più sincera della nostra, dove è facile capire i passaggi che ci sono dalle stalle ai piatti.
Lasciata Tangeri decidiamo di scendere lungo la costa atlantica, anche per non morire dal caldo. Decidiamo di perderci tra spiagge e paesini. A Larache incappiamo nel mercato. Un bel casino, dove tutto si svolge alla luce del sole, in strade di terra sporche e puzzolenti, brulicanti di persone, animali e cose.
Ho Giacomo e Giovanni per mano che rivivono ancora con una certa apprensione la scena della capra. Sto cercando di tranquillizzarli quando si sente il canto di una gallina interrotto sull'acuto piu' alto da un colpo secco, come di lama su di un asse. Giacomo e Giovanni si girano di scatto verso di me con gli occhi sbarrati. Cerco invano di far finta di niente, ma vengo innondato da domande. Disperato rispondo con la storia del leone e della gazzella, quella del mattino che quando ci si sveglia si deve decidere se si è mangiati o mangiare.
In questa vacanza collezioniamo posti per dormire anni 70. Decadenti, a volte un po' sporchi, ma con fascino e soprattutto vuoti. Il motivo ci è presto chiaro, è iniziato il Ramadan. Il mese della purificazione, tanto dello spirito come del corpo. È quest'ultima accezione che ci causa non pochi problemi. Di notte c'é rumore e confusione, di giorno silenzio ed ozio. Trovare da mangiare é difficile, soprattutto se tenacemente non ci si rassegna a mangiare cose per turisti, come nel nostro caso.
Alle 20.00 le strade sono completamente deserte, i musulmani sono chiusi in casa con le forchette in mano in attesa che suoni la sirena, s'interrompa il digiuno f'tour, ed inizi l'abbuffata. Per grande gioia della vegetariana di famiglia ci pieghiamo alla harira, datteri e dolci al miele. Ovviamente gli altri della famiglia sognano una grigliata mista, modello papà della Manu.
Siamo a Casablanca a gustarci un meritato relax lungo l'oceano, nel piu' decadente dei posti che abbiamo trovato fin qui. Giovanni mi tira la camicia, ma sono assorto dai miei pensieri. Penso a quante cose s'imparano viaggiando, cose che sui libri non sono scritte, come questa storia della carne. Finalmente do' retta a Giovanni che mi vuole far partecipe dei suoi pensieri. Giovanni mi spiega che il leone insegue la gazzella, e stop. Insomma il leone non sta a pensare, se la gazzella e' healthy, la insegue e stop. Un po come il tipo che a Tangeri apriva la testa della capra, e stop.
Chiedo a Giovanni se lui vuole essere il leone o la gazzella, ci pensa un po' poi mi risponde: "nessuno dei due", e stop.

serie: Marocco