Ci sono città per cui è amore a prima vista, lo è stato per Lisbona, Sarajevo, Istanbul; altre per cui c'è voluto tempo, per esempio Tangeri, Kathmandu; altre ancora che non mi piacciono, città per cui di primo acchito penso che non ci vivrei.
Marsiglia ha tutte le caratteristiche per essere una città che mi piace: è di frontiera, è appoggiata su colline, e puzza.
In una delle nostre serate da Eurico qualche anno fa il capitano Caiazzo mi aveva chiesto se conoscevo Fabio Montale. Come sempre dopo qualche litro di vino i discorsi si facevano confusi, con cambi d'argomento scollegati, ma su 'sta persona, Fabio Montale, lui aveva la fissa. Così mi costrinse a leggere "Casino totale" e venne da se che lessi di botto "Chourmo" e "Solea".
Una persona come Fabio Montale può esistere solo perché esiste una città che lo definisce. Se non esistesse Marsiglia non potrebbe esistere Fabio Montale.
Ma Fabio Montale va ben al di là del suo autore, infatti non è un personaggio ma una persona, è uno realmente esistito.
Fabio Montale è una persona dai confini ambigui ma dai sentimenti forti, puri, come sono le città di frontiera. Ha gli alti e bassi delle colline, sa godersi la vita, ma ha anche bisogno d'isolarsi, di sparire per un po' dalla circolazione. Fabio Montale è un uomo, non ha paura di sbagliare, di far vedere il suo lato debole, e di conviverci, affogare gli errori in un pastis oppure in un bel bicchiere di cassis, per questo puzza come Marsiglia.
Quando c'è un connubio così forte, come per esempio quello tra Fabio Montale e Marsiglia, hai una chiave per conoscere una città, provare a vedere una delle sue facce.
Così nel nostro pellegrinaggio da Lisbona a Varsavia decidiamo di fermarci a Marsiglia, anzi di costruire il viaggio intorno a questa tappa, e di farci guidare alla scopera di questa città dai luoghi raccontati da Izzo nei romanzi dove Montale era il protagonista. Del resto c'è chi insegue i pokemon e chi Fabio Montale, Je suis Montale.
Così sono seduto al Samaritain a bermi un pastis mentre davati ai miei occhi scorre una città che è in Europa ma non è europea, è profondamente mediterranea. A tratti ci si può confondere, e pensare di essere dall'altra parte del mediterraneo, per poi accorgersi che a svettare ci sono campanili e non minareti. Rue Longes des Capucins é un souq. Gli odori, i colori, le lingue ricordano l'Africa, ma se arrivi in fondo ad est e sali le scale dirigendoti verso course Juliene arrivi in una piazza in cui giovani seduti in tanti piccoli gruppi discutuno delle prossime azioni di boicottaggio, oppure bevono un moito, questa è decisamente Europa. Questa è una contraddizione. Di contraddizioni Marsiglia ne ha tante, così tante che a me sembra una delle poche città europee ancora vive.
Perché dove ci si confonde e ci si contraddice forse c'è ancora qualcosa da capire, quindi vivere.
Marsiglia ha tutte le caratteristiche per essere una città che mi piace: è di frontiera, è appoggiata su colline, e puzza.
In una delle nostre serate da Eurico qualche anno fa il capitano Caiazzo mi aveva chiesto se conoscevo Fabio Montale. Come sempre dopo qualche litro di vino i discorsi si facevano confusi, con cambi d'argomento scollegati, ma su 'sta persona, Fabio Montale, lui aveva la fissa. Così mi costrinse a leggere "Casino totale" e venne da se che lessi di botto "Chourmo" e "Solea".
Una persona come Fabio Montale può esistere solo perché esiste una città che lo definisce. Se non esistesse Marsiglia non potrebbe esistere Fabio Montale.
Ma Fabio Montale va ben al di là del suo autore, infatti non è un personaggio ma una persona, è uno realmente esistito.
Fabio Montale è una persona dai confini ambigui ma dai sentimenti forti, puri, come sono le città di frontiera. Ha gli alti e bassi delle colline, sa godersi la vita, ma ha anche bisogno d'isolarsi, di sparire per un po' dalla circolazione. Fabio Montale è un uomo, non ha paura di sbagliare, di far vedere il suo lato debole, e di conviverci, affogare gli errori in un pastis oppure in un bel bicchiere di cassis, per questo puzza come Marsiglia.
Quando c'è un connubio così forte, come per esempio quello tra Fabio Montale e Marsiglia, hai una chiave per conoscere una città, provare a vedere una delle sue facce.
Così nel nostro pellegrinaggio da Lisbona a Varsavia decidiamo di fermarci a Marsiglia, anzi di costruire il viaggio intorno a questa tappa, e di farci guidare alla scopera di questa città dai luoghi raccontati da Izzo nei romanzi dove Montale era il protagonista. Del resto c'è chi insegue i pokemon e chi Fabio Montale, Je suis Montale.
Così sono seduto al Samaritain a bermi un pastis mentre davati ai miei occhi scorre una città che è in Europa ma non è europea, è profondamente mediterranea. A tratti ci si può confondere, e pensare di essere dall'altra parte del mediterraneo, per poi accorgersi che a svettare ci sono campanili e non minareti. Rue Longes des Capucins é un souq. Gli odori, i colori, le lingue ricordano l'Africa, ma se arrivi in fondo ad est e sali le scale dirigendoti verso course Juliene arrivi in una piazza in cui giovani seduti in tanti piccoli gruppi discutuno delle prossime azioni di boicottaggio, oppure bevono un moito, questa è decisamente Europa. Questa è una contraddizione. Di contraddizioni Marsiglia ne ha tante, così tante che a me sembra una delle poche città europee ancora vive.
Perché dove ci si confonde e ci si contraddice forse c'è ancora qualcosa da capire, quindi vivere.