domenica 18 settembre 2016

 È la domanda ricorrente di queste settimane. Quelli che sto conoscendo alla fine arrivano a domandarmi perché abbiamo deciso di venire a Varsavia.
Per tanti è pura follia aver lasciato Lisbona, e come dargli torto.
Per altri è una follia aver lasciato un posto a tempo indefinito per uno a tempo definito, anche questo è vero.
Io generalmente mi limito a sorridere e a ripetere la domanda: "Perché siamo venuti? Buona domanda!".
Generalmente questo suscita un sentimento di compassione per qualcuno, o disappunto per altri.
Alcuni provano a darsi una spiegazione da soli del tipo: per la carriera, per il gusto della novità, e molte altre.
A me sembrano tutte spiegazioni parziali. Ascolto inebetito, ed approvo senza controbattere, quasi a voler interrompere quanto prima la conversazione. Per quanto io mi sforzi a trovar ragioni razionali a me sembrano tutte solo delle giustificazioni che lasciano il tempo che trovano. 
Non c'è ragione per cambiare, come non c'è ragione per stare.
C'è chi ha bisogno di buttare all'aria tutto dopo un po', e chi invece preferisce stare, adattarsi o cambiare quello che gli sta intorno.
In mezzo ci sono quelli che vorrebbero andare ma stanno, io per anni sono stato così, oppure quelli che sono costretti ad andare ma starebbero.
Adesso sto andando, sto meglio. 
Mi sono messo dentro un fiume e mi lascio andare.