Kashan è il nostro immancabile appuntamento con il deserto. Non c'è viaggio che si rispetti che non abbia spazio per il deserto, sia esso reale o figurato.
Arriviamo a Kashan con la corriera e ad aspettarci c'è un nugolo di tassisti. Concordiamo con il più economico la corsa per l'albergo che non abbiamo prenotato ma che abbiamo scelto sulla guida. Quando il tassista scopre che non abbiamo l'albergo non sta più nella pelle, ci porta da un suo amico che ne ha appena aperto uno. Una caratteristica "historical house" che a meno della metà del prezzo della guest house nella quale volevamo andare ci offre un ottimo servizio in un posto molto carino (35 euro per notte per tutti e 5, inclusa la colazione). Si apre uno spiraglio sul modo di viaggiare in Iran, le email in inglese triplicano il prezzo del soggiorno, meglio lasciarsi guidare dagli eventi o fare in modo che siano le persone che s'incontrano ad organizzarti il prossimo soggiorno.
Kashan non è una tappa obbligata solo per il Bazar, il più autentico che abbia mai visto, le historical houses, la città sotterranea, ecc ... ma per il Maranjab. Un vero deserto con strade sabbiose da percorrere e caravanserragli in cui riposare. Sull'antica rotta della seta, attraversare anche solo per un giorno il Maranjab è come percorrere un millennio di storia. Ma quello che lo rende assolutamente imperdibile è che è assolutamente vero, transitato ancora da persone e merci. Vecchi Mercedes pieni di mercanzie lo percorrono alzando polveroni che si vedono a km di distanza. Ci concediamo due deviazioni dall'antica rotta della seta. Visitiamo un lago salato e soprattutto passiamo un paio d'ore in assoluto silenzio, soli a camminare tra le dune, senza altri turisti. In nessuno dei deserti in cui sono stato fino ad ora, nel Sahara o nel deserto in Rajasthan, avevo provato la sensazione di solitudine come qui nel Maranjab.
Dopo un paio di notti è tempo di andare ad Esfahan. Ci andiamo in taxi, vogliamo andare a visitare Abyaneh e Natanz che purtroppo non sono sulla strada che la corriera farebbe. Il taxi costa comunque poco (40 euro tutto il giorno), ma quello che mi sorprende è che a guidarlo c'è una donna, con la quale intratteniamo una conversazione che mi sorprenderà. L'idea di una società dove il ruolo della donna è relegato alle mura domestiche inizia ad incrinarsi.