lunedì 13 gennaio 2020

Ad oggi si stima che siano circa 5.000.000 gli stranieri residenti in Italia, circa l’8% della popolazione. Per avere un termine di paragone negli Stati Uniti, la superpotenza, il problema è esattamente il contrario, i nativi sono stimati in 5.000.000, nel loro caso si tratta dell’ 1% della popolazione, il resto sono immigrati o discendenti d’immigrati. Quello che accade negli USA potrebbe essere considerato una invasione, non quello che sta accadendo da noi.
“Sai quanti sono gli italiani emigrati tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 in America?” mi chiede il capitano Malga, “Negli Stati Uniti, Argentina, Uruguay, Paraguay tanti piemontesi, lombardi, veneti, 11.000.000 persone”. Prende una pausa e conclude “Siamo in debito”. “Nel 2017 sono nati 464.000 nuovi italiani e sono arrivati 336.000 stranieri”, il capitano Malga mi guarda e con un ghigno dice “siamo salvi! Anche nel 2017, come negli anni precedenti, il bilancio è positivo sono arrivati in italia più italiani che stranieri. Per buona pace dei puristi della razza, i razzisti per essere chiaro, la presunta invasione di immigrati che starebbe compromettendo le nostre radici non esiste”.
Quello dell’immigrazione è un tema entrato prepotentemente nell'immaginario collettivo per trovare un capro espiatorio ad una situazione che in Italia non si riesce a risolvere, vogliamo essere ricchi senza lavorare. Intendiamoci non è un problema solo italiano, ma dalle altre parti in attesa di diventare ricchi si lavora, da noi si pensa come fottere qualcuno, o lo Stato.
Sono su un treno che mi porta da Tropea a Lamezia Terme. Il comandante Malga mi ha fatto un altro regalo, mi ha portato in barca a vela alle Eolie, praticamente a casa sua. Lui le conosce bene queste isole, c'è andato sin da quando era bambino e ha continuato a farlo regolarmente, almeno tutte le volte che ne aveva bisogno.
Avevamo voglia di staccare la spina, lui era stanco delle mediazioni che si devono fare quando si è in un centro di coordinamento delle operazioni in mare. Il romantico ruolo di chi cerca di aiutare le persone in fin di vita è rovinato dai giochi di potere delle persone che usano questo servizio per la propria carriera. Il comandante Malga aveva bisogno di riappacificarsi, e come per il comandante Calogero anche per lui c'è una barca a vela, un comet chiamato Raggio di Sole.
Sto andando in aeroporto a Lamezia Terme per tornare a Varsavia. Sono in treno, il treno è pieno di ragazzi di colore, sono stanchi, accasciati sui sedili, hanno le mani sporche. Hanno lavorato la terra, raccolto i pomodori che mangiamo per pochi euro. Il treno sale lento, ad un certo punto compare il controllore, nessuno dei ragazzi ha il biglietto, il controllore chiede i documenti per fare la multa, non hanno neanche i documenti. Il controllore è esasperato, lui vorrebbe fare bene il lavoro per cui è pagato, ma gli sembra che questi ragazzi si prendano gioco di lui. Seccato dice che se non gli mostrano i biglietti chiama la polizia, ma i ragazzi non sembrano  preoccupati, sanno che la polizia ha altre priorità. Intanto il treno si ferma ad una stazione ed i ragazzi scendono, tranne uno. Loro, quelli che sono scesi, saliranno sulla prossima corsa per guadagnare qualche fermata nella direzione di casa, è il prezzo che devono pagare per portarsi a casa l'intera, misera, paga della giornata. Quello che rimane sul treno è troppo stanco per giocare a guardie e ladri, decide di fregarsene e vedere fino a che punto arriva la pazienza del controllore. Il controllore non ce la fa proprio più, lo insulta, gli dà del pezzente, è stanco, tutte le sere deve affrontare un problema molto più grande di lui e che i vari politici usano per guadagnare consenso su Facebook. Una signora che assiste alla scena si impietosisce e compra il biglietto al ragazzo di colore. Il bigliettaio ingoia il rospo, il ragazzo di colore ľumiliazione, e la signora forse guadagna l'anima in paradiso, non certo sulla terra, infatti i passeggeri che assistono alla scena sfoderano un esaustivo campionario di commenti di disapprovazione. Quando ormai la triste sceneggiata sembra conclusa accade una cosa che rende ancora più triste la situazione.
Il controllore proseguendo nel suo lavoro inciampa in un caso umano, un signore italiano sui 40 anni visibilmente consumato dalla vita che non ha il biglietto. Il controllore estrae il suo blocco per fargli la multa ma l’uomo sbrocca, si mette ad urlare "... ma come cazzo è possibile che io, che ho perso il lavoro devo pagare la multa, e quel negro di merda invece ha trovato un benefattore! Per anni ho pagato i contributi ed adesso mi trovo ad essere trattato peggio di uno che non ha mai pagato un cazzo!!!!!".
Il controllore non ce la fa più, abbassa gli occhiali a metà naso, gli occhi si gonfiano, le mani tremano, guarda il finestrino prende una mira distratta e lancia il blocco delle multe fuori dicendo in dialetto calabrese qualcosa come "ma andate tutti affanculo, tu, quell'altro, la signora, e le ferrovie" poi si guarda intorno, ci scruta per qualche secondo, sorride e conclude "ma a me chi me lo fa fare! Ma che vadano davvero tutti affanculo!".
I migranti contribuiscono a fare in modo che i pomodori che compriamo al supermercato possano essere pagati poco. In altre parole il nostro benessere è costruito sulla loro disperazione. A pensarci bene non esiste progresso nella storia dell'umanità che non si sia basato sulla schiavitù di qualcuno. Possiamo cercare di raccontarcela in vari modi questa storia dell'immigrazione ma sarebbe importante che togliessimo il velo d'ipocrisia. L'ipocrisia é la menzogna che pretende di essere realtà. Da un lato vogliamo severamente controllare le nostre frontiere per fare in modo che non entri nessuno, dall’altro vogliamo comprare i pomodori a basso prezzo, oppure pagare le badanti che si prendono cura dei nostri anziani pochi euro all’ora. Questo è possibile solo se a fare questi lavori ci sono clandestini, persone senza diritti, schiavi.
Si consumano le grandi ideologie e non si riesce più a raccontare la storia perché a vincere sono gli interessi particolari. La questione che si sta consumando a sud del Mediterraneo centrale non è di principi, se vogliamo oppure no un mondo senza frontiere, ma economica, è legata ai nostri privilegi, se vogliamo continuare a condurre una vita decente allora abbiamo bisogno di questi schiavi. Termini come migranti, extra-comunitari, o facilitatori mi fanno rabbia, le persone che entrano clandestinamente in Italia, Europa, sono i nostri schiavi.