giovedì 17 luglio 2014

Stiamo attraversando una anonima città,  Kota, destinazione Varanasi. Ci vorranno alcuni giorni di viaggio per raggiungeree Varanasi.
Ieri notte eravamo a Bundi e siamo riusciti a svincolarci dalle proposte di hotel di Ali, terribili. Chiara ha trovato una di quelle guest house che piacciono a me. Spartana, pulita con una bella vista sul lago. Pulita! I bagni erano decenti, e di notte ci sono venuti a trovare dei topolini. Spartana! non c'era aria condizionata, così abbiamo sudato tutta la notte. Ma c'era quell'atmosfera un po' decadente che rende bello viaggiare.


Stiamo abbandonano il Rajasthan, dovremo attraversare il Madhya Pradesh, e buona parte dell'Uttar Pradesh. Le distanze sono immense, e comunque anche se brevi, le strade sono imprevedibili.
Si passa da autostrade, dove mucche e pecore attraversano impunemente, a piccoli villaggi sperduti con case di paglia, dove indiani dai lunghi baffi vestiti di bianco e turbanti viola stanno seduti ad aspettare, mentre tutto intorno è sporco. Del resto perché sbattersi per lasciare questo mondo migliore di come lo si è trovato se il senso della vita è quello di elevarsi al punto di non dover più reincanarsi? Leggo fuori da un tempio giainista "Ciò che è fuori da noi è immutabile, vale la pena di cambiare ciò che è dentro di noi".
Intanto io mi sto lasciando andare. Sto abbassando le difese che all'inizio questo paese ti impone. Giovanni da vero "viaggiatore" quale è, ieri alla domanda cosa ne pensa di questo viaggio, l'ha sintetizzato con "è dura questa India".
Kota è tapezzata da cartelloni pubblicitari, che promuovono santoni, la lettura delle mani, oroscopi. In realtà questo è un tratto costante di tutte le città che abbiamo visto. Ma Kota essendo anonima mi aiuta a riconoscerlo come evidente, quindi forse vero.
Le pubblicità sono lo specchio dei desideri di una società.
Da noi le città sono tapezzate di pubblicità di telefoni e macchine.
Quale differenza!
Nel giardino della guest house a Bundi, un anziano signore che parla un ottimo inglese sta preparando per la preghiera il tempio di Shiva con fiori e colori. Io guardo mentre lui prepara. Così ci mettiamo a parlare, e mi dice una cosa che a Bundi mi sembra vera  "l'Occidente è pervaso dal bisogno di dominare con scienza e tecnologia lo spazio e il tempo. L'India è concentrata nel farsi dominare da quello che sta sopra lo spazio e il tempo".
Quale differenza!