domenica 1 marzo 2015

È arrivato il momento di dire basta, di salutarla. Negli ultimi due, tre anni siamo stati inseparabili, ovunque andassi lei veniva con me, era la mia ombra, il mio rifugio. Eravamo arrivati al punto che a colazione, pranzo e cena lei mi aspettava ed esigeva le mie attenzioni. Ad un certo punto un uomo non può far finta di niente, nascondere l'evidenza, deve prendere una decisione. Tutte le relazioni che creano dipendenza vanno interrotte, per tanto devo scegliere lei oppure me stesso. Sono troppo poco altruista, quindi ho deciso di prendermi cura di me stesso, sono andato da Chiara e gliel'ho detto. Ho deciso di abbandonare la mia pancia.


Per mettere distanza tra l'uomo e la sua pancia non ci sono mezze misure, occorre un intenso esercizio sportivo. Non riesco ad andare in palestra, è più forte di me, mi fa venire tristezza, quindi non mi resta che correre. Io sto correndo con intensità ben da ieri, voglio dire che da quando ho deciso di andare a correre lo sto facendo tutti i giorni. La corsa è il più democratico degli sport, in teoria non serve niente, si può fare a meno persino delle scarpe, avete presente quando a piedi nudi nel 1960 Abebe Bikila vinse a Roma i giochi olimpici? Ma al mondo d'oggi i runners hanno bisogno di gadgets, dalle scarpe con la suola di gomma speciale, quella che attutisce le sollecitazioni sulle articolazioni, passando per le apps che registrano i tempi, per arrivare alle magliette super aderenti di microfibra quelle che se anche sudi non ti bagni. La prima volta che ho indossato la divisa del runner mi sono imbarazzato, più che pronto per andare a correre mi sono sentito pronto per un balletto alla scala.

Tutte le volte che sono andato a corrre a partire da ieri, sono andato di mattino, alle 07:30, dopo aver imbustato i bambini sullo scuolabus. Solo qualche anno fa per me era impensabile correre di primo mattino, ma con l'età viene più facile, intendo alzarsi presto, non certo correre. Imbustati i bambini, devo decidere se correre lungo il Tejo a sinistra oppure a destra. A sinistra c'è il porto commerciale con i containers, correre a sinistra è un po' come fare Rocky Balboa, manca la scalinata finale dove gridare "Chiara", ma forse è meglio così. A destra c'è praça do Comercio, la passeggiata pedonale lungo il Tejo, più fighetta, come dire ... è una corsa un po' più di destra.

Ieri stavo correndo come sempre, come tutte le altre volte che sono andato a correre ;-),  con il mio passo felpato ma deciso da qualche minuto, avevo appena superato la stazione fluviale di Cais Do Sodrè, quando da dietro sento che si avvicina qualcuno con la mia stessa andatura. Dopo qualche istante con la coda dell’occhio vedo che è una ragazza. Io uomo sulla quarantina, lei ragazza sulla ventina, comunque "io uomo". Aumento di poco il ritmo, quanto basta per far farle capire che "io uomo". I suoi passi si fanno piu distanti per qualche secondo, ma poi ritornano vicini. Non mi resta altro che aumentare ulteriormente il ritmo, allungare un pochino la falcata. Ovviamente il respiro si fa più pesante ma "io uomo", e lei dietro. Cerco di tenere il ritmo, ma dopo qualche istante la distanza si assottiglia, mi affianca e mi supera. La vedo sparire davanti a me, sicuramente ignara d'aver ucciso un povero quarantenne nel disperato tentativo di porre distanza tra la pancia e se stesso.

Poco dopo, lungo il percorso c'è una discoteca sul fiume, Urban Beach. A quell'ora ci sono i resti di quell'umanita che passa la notte a fare baldoria. Sarà l'andatura irresistibilmente veloce, o l'evidente delusione appena ricevuta, che stimolano l'umanità notturna ad infliggermi un'altra scottante umiliazione. Un gruppo di ventenni, uomini e donne, si mette in piedi sul muretto e con fare incitante grida "forza! forza!". Ringrazio imbarazzato e capisco che è arrivato il momento di tornare a casa ad asciugarmi il sudore e soprattutto le ferite. Come se tutto ciò non bastasse, nel frattempo la ragazza ventenne ritorna su di me, si avvicina come prima, e senza pietà come prima mi supera e se ne va, ed io come prima vengo umiliato, ma caparbiamente resisto ed arrivo in fondo.

Dopo una quarantina di minuti sono di nuovo a casa. Runastic impietosamente riporta la performance. Normalmente sul chilometro più lento c'è la tartaruga, mentre su quello più veloce una lepre, nel mio caso insieme alla tartaruga c'è una lumaca. Vaffa a Runastic.

Sono sotto la doccia e penso che in fondo un uomo sulla quarantina nel disperato tentativo d'interrompere una relazione quasi di simbiosi con la propria pancia, dopo un'esperienza di questo tipo, dovrebbe capire che forse è arrivato il momento di diventare altruista.