lunedì 16 dicembre 2019

SAR significa Search And Rescue, è come si chiamano i salvataggi in mare. Prima si deve capire dove sono le persone da salvare "Search", poi si possono fare le operazioni per salvarle "Rescue".
Per Calogero SAR significa un telefono che suona, e il dover andare per mare a prescindere dalle condizioni meteo e dall'ora.
Calogero tra il 2001 e 2013 di casi SAR ne ha visti tanti. L'ora peggiore era la sera, ora di cena. Il suo posto a tavola era apparecchiato vicino alla porta d'ingresso, che per lui era d'uscita. C'era il piatto e la fondina, a destra del piatto la forchetta, e a sinistra il cucchiaio e il coltello, più in là, dopo il cucchiaio, il cellulare.
Se era fortunato il cellulare suonava mentre stava prendendo il caffè, ma molto più spesso mentre inforcava il primo boccone.
Quando il cellulare suonava lui guardava Angela ed Angela andava a prendere la tuta da navigazione. Con gli anni aveva deciso di cenare in tuta, così Angela non si sentiva in dovere di alzarsi. In realtà Angela non era costretta, era un modo per accettare un lavoro che non la faceva stare tranquilla, e soprattutto fare in modo che Calogero uscisse in mare con una preoccupazione in meno.
È il 1 ottobre 2013, è sera, sono le 19:30 e piove, Calogero è a tavola con la sua famiglia. Suona il cellulare. È già in tuta da navigazione, si alza, bacia Angela, stropiccia i capelli di Salvatore, suo figlio più grande, accarezza Lorenzo e bacia Diego. Diego è il più piccolo, ha due anni e vuole ancora i bacetti di suo papà.
Toccarli tutti prima di uscire è importante. Non si sa mai cosa può succedere in mare, così le mani aiutano a ricordare un buon motivo per ritornare a tutti i costi.
Arrivato in capitaneria il suo equipaggio è pronto. Rocco ha la camicia abbottonata male, è spettinato, vagamente confuso ma felice. Rocco ha passato una bella serata con una ragazza. Ufficialmente Rocco non ha la ragazza ma le ragazze, del resto quando si è in stand-by è vietato bere alcolici, non "passare una bella serata".
Un peschereccio ha soccorso una nave di migranti, a bordo ci sono donne e bambini, la situazione è al limite del disastro. Il mare è molto agitato, le onde sono alte e lunghe.
La capitaneria di Lampedusa ha dovuto rinunciare a questo soccorso. Ha provato a mandare alcuni suoi uomini ma sono dovuti rientrare.
Calogero convoca i membri del suo equipaggio nel suo ufficio, lui andrebbe, uscirebbe a salvare queste persone, ma non se la sente di imporre una decisione, quindi è meglio che tutti si esprimano sul da farsi. Un buon comandante non può mettere a rischio la vita dei suoi uomini. Rocco guarda Sante, Sante guarda Francesco e tutti guardano Calogero. Sono sulla motovedetta e stanno andando verso le coordinate del MayDay.
Arrivati sul posto le luci del peschereccio illuminano la scena, la situazione è tragica. La barca di legno dei migranti è stata presa al traino dal peschereccio, se l'avessero lasciata alla deriva la prima onda l'avrebbe capovolta. Solo pescatori esperti potevano riuscire in una manovra del genere in quelle condizioni. Ad ogni onda la barca con a bordo i migranti emette gemiti di dolore, sembra che si debba rompere in due da un momento all'altro. Le onde sono alte, Calogero dalla cabina di pilotaggio della motovedetta vede continuamente sparire la barca dei migranti dietro le onde, per poi miracolosamente riemergere. Decide di fare l'unica cosa che ha senso in questa situazione, mentre la barca con i pescatori ha in tensione quella dei migranti lui prova ad affiancare quest'ultima, in questo modo i membri del suo equipaggio possono aiutare le persone a trasbordare. Il rischio che qualcuno finisca in mare è altissimo, inoltre un urto violento tra le due barche farebbe affondare quella dei migranti. A complicare la situazione piove, la pioggia riduce la visibilità e rende le barche scivolose, una situazione che le procedure di soccorso definiscono come impossibile, ma le procedure sono scritte da gente dietro una scrivania, Calogero e il suo equipaggio hanno davanti delle persone che chiedono aiuto.
La manovra d'avvicinamento è difficile ma il comandante Calogero riesce ad affiancarsi un paio di volte, Rocco e Sante trasbordano diverse persone. Rocco passa bambini, donne e uomini da una barca all'altra, Sante li fa sedere sul ponte della motovedetta dopo averli legati per evitare che finiscano in mare. Francesco controlla che le barche non sbattano.
Stanno trasbordando gli ultimi, una donna con un bambino rimasti nella stiva, quando un'onda più grande delle altre strattona violentemente la cima che lega la bitta della motovedetta con quella della barca dei migranti, il legno marcio del barcone non regge al colpo e la prua della barca si apre in due. Rocco viene sbalzato sulla motovedetta picchiando la spalla, la donna e il bambino finiscono direttamente in mare con la barca. Purtroppo non c'è niente che si possa fare, il mare se li mangia.
Calogero assiste pietrificato alla scena e commette un errore, ascolta le sue mani e si ricorda della carezza data ai suoi figli.
A Lampedusa c'è lo Stato ad aspettarli, il potere è rappresentato da politici, medici, poliziotti e magistrati schierati al molo Favaloro dove i migranti vengono fatti sbarcare. Non importa che Calogero e il suo equipaggio siano riusciti a salvare molte persone che altrimenti sarebbero morte, la cosa importante è punire chi non ha applicato le procedure correttamente, è uscito a salvare persone nonostante le circostanze, e soprattutto ha risposto alla propria coscienza piuttosto che alle autorità.
Calogero spegne i motori della motovedetta, raccoglie le carte, il diario di bordo, e si avvia verso il pontile, lo attraversa, e si dirige verso la capitaneria. Il magistrato con il poliziotto appena lo vede gli notifica un avviso di garanzia, lui non risponde, ha imparato che con i "vaffanculo" ci si complica solo la vita. Calogero va dal comandante della capitaneria e consegna le chiavi della motovedetta, il suo comandante capisce, non c'è bisogno di parlare, si mette sull'attenti e lo congeda. Da quel momento il comandante Calogero non metterà più piede su una motovedetta.

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