Stiamo veleggiando verso cala Greca e Calogero mi racconta cosa successe il 3 ottobre 2013.
La mattina del 3 ottobre 2013 lui era in ufficio, è qualche giorno dopo che ha consegnato le chiavi della sua motovedetta, stava sbrigando noiose pratiche. Dalla sala operativa di fronte al suo ufficio sentì arrivare un'altra, l'ennesima, richiesta di soccorso. Calogero fece l'unica cosa che per lui in quel momento potesse aver senso, chiuse la porta.
Il 3 ottobre 2013 è stata una data storica per l'epopea dei migranti e i soccorsi in mare, dopo questa data niente sarà più come prima, forse meglio, tutto sarà come prima, i migranti continueranno ad arrivare anzi aumenteranno, ma noi ci divideremo tra chi vede questo fenomeno come una invasione che mina la nostra identità, e chi come un effetto inarrestabile di un mondo globalizzato.
Il 3 ottobre 2013 un peschereccio lungo circa 66 piedi con a bordo 518 persone affondò al largo di Lampedusa, morirono 366 persone. Il peschereccio era salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013, a bordo c'erano principalmente persone di origine africana provenienti dall'Eritrea. La barca era ormai giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, poco lontano dall'Isola dei Conigli, quando all'assistente del comandante cadde una torcia infuocata che finì in una pozza di gasolio. L'incendio gettò nel panico le persone a bordo, iniziarono a correre da una parte all'altra della barca, la barca si girò tre volte su se stessa prima di colare a picco. Alle 7:00 alcune imbarcazioni e pescherecci che erano nella zona notarono i naufraghi, dettero l'allarme e cercarono di salvare la maggior parte dei superstiti. I superstiti furono inseriti nel registro degli indagati e accusati di reato di clandestinità per essere entrati illegalmente in Italia.
Il diretto coinvolgimento di molte persone nei soccorsi fece sì che normali cittadini si videro scaraventato tra le mani un problema che fino al giorno prima era stato solo un argomento da bar, o peggio oggetto di speculazioni politiche.
A Varsavia conoscerò Pino. Pino la notte del 3 Ottobre era in servizio all' MRCC a Roma. l’MRCC è il centro di coordinamento dei soccorsi, dove si ricevono le chiamate d’aiuto. Pino doveva annotare i dati, per ogni corpo rinvenuto c'era da scrivere alcune generalità prima di metterlo nei sacchi di plastica.
"1. Donna di colore, verosimilmente Eritrea, sui 20 anni, capelli ricci, 1.70m, senza documenti.
2. Ragazzo di colore, verosimilmente eritreo, sui 18 anni, 1:80, senza documenti ..."
Ne conteranno fino a duecento ottanta tre, ma al cento settantasettesimo cadavere la procedura si interruppe.
Una voce commossa comunica "è stata rinvenuta una donna" ... silenzio ..."una donna morta" ... silenzio ... "una donna con attaccato" ... silenzio ... "con attaccato un feto". Da Roma non capiscono chiedono di ripetere, da Lampedusa una voce commossa grida "UN FETO PER LA MADONNA! ... UN FETO CAZZO!".
Silenzio a Lampedusa, silenzio a Roma. Pino guarda i suoi colleghi, tutti hanno gli occhi rossi. Un uomo vero conosce il valore della vita. Occorre andare avanti con il conteggio, ma la procedura non prevede questo caso, non specifica se il feto deve essere contato a parte, come 168-esimo oppure 167-esimo. Nessuno ha il coraggio di dividere una madre da suo figlio soprattutto adesso che sono morti. Verranno sepolti insieme e conteranno come 167-esimi, come se fossero stati una cosa sola sia quando erano in vita che adesso che sono morti.
Pino si assenta, deve andare in bagno a vomitare. Quella sera, la sera del 3 ottobre 2013 molti uomini della Guardia Costiera vomiteranno.
[capitoli pubblicati: http://breva-tivano.blogspot.com/search/label/ConLaTestaSottoIlMare]
La mattina del 3 ottobre 2013 lui era in ufficio, è qualche giorno dopo che ha consegnato le chiavi della sua motovedetta, stava sbrigando noiose pratiche. Dalla sala operativa di fronte al suo ufficio sentì arrivare un'altra, l'ennesima, richiesta di soccorso. Calogero fece l'unica cosa che per lui in quel momento potesse aver senso, chiuse la porta.
Il 3 ottobre 2013 è stata una data storica per l'epopea dei migranti e i soccorsi in mare, dopo questa data niente sarà più come prima, forse meglio, tutto sarà come prima, i migranti continueranno ad arrivare anzi aumenteranno, ma noi ci divideremo tra chi vede questo fenomeno come una invasione che mina la nostra identità, e chi come un effetto inarrestabile di un mondo globalizzato.
Il 3 ottobre 2013 un peschereccio lungo circa 66 piedi con a bordo 518 persone affondò al largo di Lampedusa, morirono 366 persone. Il peschereccio era salpato dal porto libico di Misurata il 1º ottobre 2013, a bordo c'erano principalmente persone di origine africana provenienti dall'Eritrea. La barca era ormai giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, poco lontano dall'Isola dei Conigli, quando all'assistente del comandante cadde una torcia infuocata che finì in una pozza di gasolio. L'incendio gettò nel panico le persone a bordo, iniziarono a correre da una parte all'altra della barca, la barca si girò tre volte su se stessa prima di colare a picco. Alle 7:00 alcune imbarcazioni e pescherecci che erano nella zona notarono i naufraghi, dettero l'allarme e cercarono di salvare la maggior parte dei superstiti. I superstiti furono inseriti nel registro degli indagati e accusati di reato di clandestinità per essere entrati illegalmente in Italia.
Il diretto coinvolgimento di molte persone nei soccorsi fece sì che normali cittadini si videro scaraventato tra le mani un problema che fino al giorno prima era stato solo un argomento da bar, o peggio oggetto di speculazioni politiche.
A Varsavia conoscerò Pino. Pino la notte del 3 Ottobre era in servizio all' MRCC a Roma. l’MRCC è il centro di coordinamento dei soccorsi, dove si ricevono le chiamate d’aiuto. Pino doveva annotare i dati, per ogni corpo rinvenuto c'era da scrivere alcune generalità prima di metterlo nei sacchi di plastica.
"1. Donna di colore, verosimilmente Eritrea, sui 20 anni, capelli ricci, 1.70m, senza documenti.
2. Ragazzo di colore, verosimilmente eritreo, sui 18 anni, 1:80, senza documenti ..."
Ne conteranno fino a duecento ottanta tre, ma al cento settantasettesimo cadavere la procedura si interruppe.
Una voce commossa comunica "è stata rinvenuta una donna" ... silenzio ..."una donna morta" ... silenzio ... "una donna con attaccato" ... silenzio ... "con attaccato un feto". Da Roma non capiscono chiedono di ripetere, da Lampedusa una voce commossa grida "UN FETO PER LA MADONNA! ... UN FETO CAZZO!".
Silenzio a Lampedusa, silenzio a Roma. Pino guarda i suoi colleghi, tutti hanno gli occhi rossi. Un uomo vero conosce il valore della vita. Occorre andare avanti con il conteggio, ma la procedura non prevede questo caso, non specifica se il feto deve essere contato a parte, come 168-esimo oppure 167-esimo. Nessuno ha il coraggio di dividere una madre da suo figlio soprattutto adesso che sono morti. Verranno sepolti insieme e conteranno come 167-esimi, come se fossero stati una cosa sola sia quando erano in vita che adesso che sono morti.
Pino si assenta, deve andare in bagno a vomitare. Quella sera, la sera del 3 ottobre 2013 molti uomini della Guardia Costiera vomiteranno.
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