mercoledì 1 gennaio 2020

Il 2015 è l'anno in cui si riversano sulla rotta balcanica centinaia di migliaia di disperati che fuggono dalla Siria e dall'Iraq. Le immagini delle lunghe file di persone che attraversano i campi di Serbia, Ungheria, Bulgaria sono impresse nella nostra memoria come un esodo di massa.
L’Esodo è il secondo libro della Bibbia, racconta la storia del popolo ebraico in fuga dall’Egitto e dalla schiavitù. Il parallelo tra quanto descritto dalla Bibbia e quello che sta accadendo oggi ai confini dell'Europa è troppo ovvio per essere capito dalle pseudo-democrazie degli Stati dell'est Europa (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) e da certi facinorosi dell'identità nazionale, che ipocritamente si rifanno ai valori cristiani.
Questo fiume di persone mette a dura prova Schengen, il trattato europeo che prevede la libera circolazione delle persone. Si introducono nuovamente i controlli ai confini tra alcuni Stati Europei, ma soprattutto è l'anno dei muri. L'Ungheria distende 175 chilometri di filo spinato alto 4 metri sul confine con la Serbia, Trump viene eletto in America con la promessa di costruire un muro tra gli Stati Uniti e il Messico.
La frontiera è un concetto che mi piace, un mondo senza frontiere non riuscirei a capirlo, studiare le differenze mi aiuta a capire chi sono, ma i muri li odio, sono un altare all'ottusità e alla paura.
L'unico tratto di mare della rotta balcanica è quello che divide la Turchia dalla Grecia, quel tratto di mare verrà attraversato da migliaia di persone. Insieme alle lunghe file di persone che attraversano i balcani c'è a ricordarci il dramma di Aylan Kurdi, il bambino morto rinvenuto su una spiaggia in Turchia.
Nelle prime ore del 2 settembre 2015, Aylan e la sua famiglia salirono a bordo di un piccolo gommone a Bodrum, in Turchia, poco dopo aver lasciato la costa il gommone si capovolse. A bordo c'erano altre venti persone, molte di più rispetto al numero di sicurezza consentito. I migranti cercavano di raggiungere l'isola greca di Kos distante circa 30 minuti di navigazione da Bodrum, gli fecero indossare giubbotti di salvataggio finti. Intorno alle ore 05:00 del mattino seguente, le autorità turche intervennero dopo aver ricevuto una chiamata che segnalava il rovesciamento di una barca, e il ritrovamento di alcuni cadaveri a riva. Le immagini del corpicino di Aylan sulla spiaggia, accartocciato su se stesso, bagnato dalle onde, faranno il giro del mondo creando disgusto.
La morte di Aylan è un triste punto di riferimento in questa epopea dei migranti, Calogero, il comandante Malga ed io ricordiamo cosa stavamo facendo quando ricevemmo la notizia di questa morte.
Angela Merkel apre le porte della Germania ai profughi, anche se poi sarà costretta a calibrare l'offerta per ragioni elettorali. La stessa cosa fa Cameron che annuncerà che fino al 2020 saranno accolti 4000 rifugiati all'anno, poi darà inizio alla Brexit che di fatto trasformerà l'Inghilterra stessa in un Paese extra-comunitario. Per ridurre questo flusso migratorio l'Europa affida alla Turchia lo sporco compito di chiudere la rotta balcanica con un impegno di 3 miliardi di euro. Ancora una volta vince la politica dell’ipocrisia “occhio non vede, cuore non duole”, o se preferiamo mettere la testa sotto la sabbia, ops sotto il mare.

[capitoli pubblicati: http://breva-tivano.blogspot.com/search/label/ConLaTestaSottoIlMare]