sabato 6 novembre 2021


C’è un’isola nel centro del Mediterraneo che è stata attraversata dalla storia degli ultimi 2000 anni, quest’isola è Lampedusa. Lampedusa è la soglia che unisce mondi diversi, considerati da alcuni agli antipodi, da altri contigui, da altri ancora due facce della stessa medaglia.

Lampedusa è allo stesso tempo prigione e libertà. A Lampedusa si è confinati in 25 chilometri quadrati ma si liberi perché lontani da tutto. Lampedusa è sulla placca africana, l’Italia dista il doppio dell’Africa.

A Lampedusa ho conosciuto una persona che è stata costretta a tornare su quest’isola per diverse vite. Io sono convinto che la storia di Andrea Anfossi sia molto di più che la leggenda di cui si narra e suo malgrado sia approdato a Lampedusa più volte in epoche diverse vivendo le più importanti vicende degli ultimi 2000 anni.

La leggenda narra che nel 1561 un abitante dell’allora borgo di Castellaro in Liguria. Andrea Anfossi, soprannominato il “Gagliardo”, fu fatto prigioniero dai pirati turchi che assaltarono il paese. Fatto schiavo e caricato su una nave turca fece scalo nell’isola di Lampedusa. Andrea Anfossi venne mandato nei boschi dell’isola per fare legname. In mezzo ad un’abbagliante luce, trovò una tela ritraente la Vergine Maria. Distratti i suoi custodi, riuscì a nascondersi nella boscaglia, quindi la nave dei turchi riparti e lui fu costretto sull’isola dove visse diversi anni.

Finché mosso dalla nostalgia della terra nativa crea una imbarcazione scavando un tronco e usando la tela mariana come una vela affrontó il mare aperto. La leggenda asserisce che l’Anfossi giunse sulle coste liguri nel 1602. Qui fece voto di erigere un santuario, per ringraziare la Madonna del pericoloso viaggio, nella località denominata Costaventosa.

Lui, Andraa Anfossi, non sa che a Lampedusa c’è andato tante volte, ogni volta è riuscito a scappare ma proprio per questo poi è dovuto ritornare. 

Anch’io a Lampedusa sono ritornato, noi tutti alle nostre Lampeduse ritorniamo, perché la vita, o le vite, sono un percorso in cerchio, se siamo abbastanza bravi riusciamo a fare una spirale verso un “centro di gravità permanente”, se invece le cose vanno male torniamo al punto di partenza.

A farci conoscere Andrea Anfossi  è stato Calogero. Calogero è presidente dell'associazione Lacciara. Un’associazione che ha lo scopo di intervenire sul territorio delle isole di Lampedusa e Linosa per promuovere eventi a sostegno delle fasce deboli come disabilità, emarginazione e dispersione scolastica facendo leva sul mare, la vela, e le tradizioni marinaresche.​ Secondo Calogero lo stare tutti sulla stessa barca rappresenta un momento di respiro dalle vicissitudini quotidiane, e trasforma la barca in un luogo dove i membri dell’equipaggio sono piacevolmente “costretti” a stare insieme.

A Lampedusa in barca sono tornato con la mia famiglia e siamo stati una settimana a goderci il mare cristallino e caldo tra la Tabaccara e Mare Morto. È stato bello sperimentarci come famiglia in questa circostanza, ovviamente come lubrificante ci sono stati gli arancini, le granite e le brioche con il gelato (per me anche qualche moscow mule). 

A Lampedusa ho lasciato un messaggio, così quando ritornerò in una delle prossime vite spero di poter capire quanto vano sia ribellarsi al nostro destino. Alla storia di Andrea, forse meglio alle storie di Andrea, vorrei solo riuscire ad aggiungere un po’ di pepe, capperi, tonno e qualche pomodorino, esattamente come finivano le meravigliose cene a casa di Calogero, Angela e Bartolo, grazie ai quali non sarebbe stato possibile capire l’isola, tanto meno gustarla, perché forse le storie di Andrea sono anche la loro storia.