domenica 10 aprile 2022


 È una fredda notte d’aprile, nel pomeriggio ha nevicato, poi verso sera la pioggia ha cancellato la bianca magia. Sono seduto al tavolo di una cucina a casa di amici che non mi aspettavano, beviamo grappa. La grappa la mando giù con un fremito, non importa quanto morbida sia. 

Insieme a Giovanna, Luca e la grappa abbiamo modo di parlare della guerra in Ucraina. 

Questa guerra, come tutte le guerre, mi suscita altri tipi di fremiti, più fastidiosi, forse perché le guerre sono anche frutto dell'ipocrisia, e io odio l’ipocrisia. 

L'ipocrisia è l’atteggiamento di una persona che volontariamente finge di possedere credenze, opinioni, virtù, ideali, sentimenti, emozioni che in realtà non possiede.

Così, senza pretendere di sapere cosa sia giusto o sbagliato, con l’aiuto della grappa proviamo a mettere in fila alcune delle ipocrisie della guerra d’invasione della Russia in Ucraina.


C’è un presidente che di mestiere faceva il comico che si presenta al mondo con magliette verdi militare raccontando una disgrazia. 

C’è un presidente dittatore che fino al giorno prima era un fine stratega ed ora è diventato un pessimo macellaio. 

Ci sono gli americani che come in tutti i loro film, da John Wayne in poi, sono sempre i buoni, quelli puri, pronti a salvare il mondo, il loro mondo. 

Ci sono ancora gli americani che sono così buoni e puri che a causa dell’Ucraina stavano aprendo un processo di impeachment al loro presidente, Trump. L'impeachment non l’hanno fatto ma hanno eletto l’altro candidato come presidente, Biden, il cui figlio fa affari in Ucraina. 

C’è l’Unione Europea… anzi questa non c’è. 

Non c’è la Cina … anzi questa c’è ma non si vede, o si preferisce non vederla.

Ci sono Ucraina, Moldavia, e Georgia che vorrebbero unirsi ad una cosa che non esiste. C’è un popolo, quello ucraino che abbiamo mandato al massacro in nome di una promessa che non sapremo mantenere. 

C’è la Turchia pronta ad inviare la fattura se un accordo tra Russia ed Ucraina verrà trovato. 

Ci sono alcuni paesi arabi che le fatture non le vogliono, per poter continuare a fare da intermediari finanziari ai vari oligarchi che vengono a svernare in Europa. 

C’è la NATO che da tempo stava agonizzando per la progressiva riduzione dei finanziamenti alle spese militari.

Ci sono tutti quelli che in questi anni ci hanno raccontato quanto Putin sarebbe stato una manna se solo avessimo avuto la fortuna di averlo al posto dei vari leader europei, per poi adesso cambiare maglietta, ma loro di magliette ne hanno tante. 

C’è l’accusa da parte di una buona fetta della comunità internazionale nei confronti di un atto di aggressione assolutamente illegittimo, gli stessi che in nome di una bomba atomica che non fu mai trovata invasero l’Iraq. 

Ci sono i profughi bianchi europei che ai confini dell’Unione Europea vengono giustamente accolti e ci sono i profughi siriani, afghani, o africani per i quali non c’è posto. 

Ci sono migliaia di dissidenti russi che sono finiti in prigione perché non hanno creduto alla propaganda e hanno voluto stare dalla parte della verità. 

C’è l’Europa liberale e tollerante che ha oscurato i siti della propaganda russa (sputnik e Russia today), e c’è un dittatore russo che fa lo stesso con i siti europei, ma lui è un dittatore. 

C’è un paese, l’Ucraina, dove i mercenari venivano addestrati per fare le guerre, adesso li chiamiamo partigiani. 

C’è la retorica del diritto a difendersi, in nome della quale vengono inviate armi a partigiani ucraini che un giorno potrebbero trasformarsi di nuovo in mercenari.

C’è chi parla di pace pensando a fare la guerra. 

Ci sono le guerre di serie A come quella nei Balcani, di serie B come quella in Afghanistan e quelle delle divisioni minori come in Palestina, e poi ci sono le guerre da Champion league come questa in Ucraina. 

Ci sono le provincie del Donbass a cui nessuno ha fregato niente per millenni e ora sono diventate la cosa più importante da proteggere.

C’è Maripol devastata, martirizzata in nome di un progetto imperiale che la storia ha già sepolto. 

Ci sono i principi di libertà e pace che vengono messi a dura prova dal costo della benzina e della farina. 

Ci sono le sanzioni che valgono finché non si tratta del gas usato per riscaldare le nostre case. 

C’è un anziano presidente che si è dimostrato pronto a sopperire al mancato gas russo con quello americano, lo pagheremo solo 4 volte più caro. 

C’è Il 24 febbraio 2022 quando ci siamo svegliati con la notizia di una nuova guerra, che comunque aveva già causato più di 30.000 vittime dal 2014.

C’è la paura di dover fare la guerra in nome della quale si invoca un ritorno alla pace, senza pensare che quella che noi chiamiamo pace in realtà era fondata su privilegi che solo in pochi potevano permettersi, gli altri erano già in guerra.

Ci sono i bambini costretti a rifugiarsi nella metropolitana di Kiev, chissà che cosa sognano quando dormono. 

Ci sono gli anziani costretti ad abbandonare le loro case, chissà che paure hanno. 

Ci sono i reattori nucleari ucraini, speriamo che nessuno sbagli mira, Chernobyl nel 1986 ha già fatto abbastanza casino. 

C’è un bottone rosso che se schiacciato da un macellaio potrebbe distruggere questo pianeta, e con esso la sua calamità più grande, il genere umano, di cui io e te facciamo parte. 

C’è il 24 febbraio 2022 che ci ha riportato indietro di un secolo, se ripartiamo dal 1922 siamo fottuti. 

Ci siamo io e te che cerchiamo di capire come tutto questo sia potuto accadere, ma purtroppo forse è meglio non capire. 

Ci sei tu che raccogli viveri, medicinali, soldi e apri casa a persone in fuga, nella vana speranza che sia l’ultima guerra a cui sarai costretto ad assistere. 

Ci sono io che mi sono davvero rotto di essere costantemente preso per il culo da persone che volontariamente fingono di possedere credenze, opinioni, virtù, ideali, sentimenti, emozioni ma che in realtà sono solo ipocriti.