1982: apprendo sul libro
di storia delle scuole medie inferiori che la prima guerra mondiale è scoppiata
perchè il re d’Austria viene assassinato a Sarajevo.
Natale 2001: alcuni amici di Sprofondo invitano me e Chiara a Sarajevo. Non mi sembra vero. Circa 20 ore di viaggio di cui 6 spese in Bosnia per fare 200 Km di notte sotto una fitta nevicata. Stremati arriviamo alle 3 di notte in città. Vengo sveglato, stropiccio gli occhi, guardo dal finestrino e vedo ad una rotonda, sotto il ponte che stiamo percorrendo un cimitero. Mi dovrò rassegnare nei giorni successivi a vederne molti di questi cimiteri. Ne dovrò vedere di ogni tipo: cattolici, musulmani e ortodossi, ma ciò che più mi colpisce non è la quantità ma le date sulle lapidi: 1996 – 1998 tutte! Troppe!
1984: olimpiadi a Sarajevo.
1998: assedio di Sarajevo.
Pochi dati del tutto
insignificanti intrecciano la mia storia personale con un luogo, ma non solo:
Sarajevo evoca in me un’idea, un mito. Sarajevo rappresenta uno tra i luoghi
nei quali da sempre ho pensato che mi sarebbe piaciuto andare. Uno non sa bene
perchè e quando ma sa che un nome o una idea lo chiama e prima o poi proverà a
rispondergli.
Natale 2001: alcuni amici di Sprofondo invitano me e Chiara a Sarajevo. Non mi sembra vero. Circa 20 ore di viaggio di cui 6 spese in Bosnia per fare 200 Km di notte sotto una fitta nevicata. Stremati arriviamo alle 3 di notte in città. Vengo sveglato, stropiccio gli occhi, guardo dal finestrino e vedo ad una rotonda, sotto il ponte che stiamo percorrendo un cimitero. Mi dovrò rassegnare nei giorni successivi a vederne molti di questi cimiteri. Ne dovrò vedere di ogni tipo: cattolici, musulmani e ortodossi, ma ciò che più mi colpisce non è la quantità ma le date sulle lapidi: 1996 – 1998 tutte! Troppe!
Ma io nel 1998 avevo 30
anni!? E’ mai possibile che sia potuta accadere una cosa del genere nella casa
del mio vicino senza che me ne accorgessi? Quante volte assopito dal sonno
della quotidianità o del benessere anch’io sono ucciso? quante volte l’umanità
di cui faccio parte viene privata di quell’elemento indispensabile che è la
diversità?
Conosco Alex, serbo di
Sarajevo, con il quale passo un’intera giornata a visitare la città e mi
racconta la vita di quei tre anni di assedio. Ogni giorno a cercare acqua,
elettricità, pane, passando sotto l’occhio attento dei cecchini, soccorrendo i
feriti, piangendo i morti. Come serbo di Sarajevo? Ma i serbi non erano quelli
che bombardavano? Non erano i cattivi?
Una sera veniamo ospitati da
una associazione culturale e la mia fame di sapere viene saziata. Un maturo
signore barbuto ci dice che un bosniaco è come un bambino con le gambe da
cattolico, il cuore musulmano, le braccia ebree e la testa ortodossa, se provate
a dividerlo lo uccidete.
E’ di questo omicidio che a
30 anni mi sono reso colpevole. Di non aver capito che le guerre etniche, di
religione, di potere o economiche sono solo il pretesto, e ciò che importa non
sono le ragioni per le quali si fanno ma le conseguenze sulle persone, su ogni
persona.
A dormire siamo ospiti di
Hana, una donna di giovane età che sembra mia nonna. Ci accoglie con gentilezza
in una casa estremamente povera. Ha due figlie vive Meriema e Indira; ci
chiede, non so come dato che non non parliamo serbocroato e lei parla solo
serbocroato, se abbiamo figli, le rispondiamo di no, sospira. Veniamo a sapere
dopo che i suoi due figli sono stati usati come scudo umano sotto i suoi occhi.
Passeggio per Sarajevo che
dall’alto mi sembra il corpo di una bellissima donna ricoperta di cicatrici. Mi
dico: le cicatrici guariscono! Sarajevo risponde che guariscono anche
relativamente presto. Infatti parte della città è già stata ricostruita per
questa straordinaria voglia di far ritornare tutto come era prima della guerra,
ma le cicatrici del cuore possono guarire?
Noi occidentali abbiamo
aspettato 3 anni prima di intervenire, di porre fine ad un massacro, e ora
abbiamo la pretesa di insegnare che cosa vuol dire tolleranza. Mi viene fatto
notare che Sarajevo è una città interculturale nella quale musulmani,
ortodossi, ebrei e cattolici, serbi, croati, bosniaci, turchi ecc.. vivono
insieme da ben prima di quando in America, in alcuni stati, i neri non potevano
prendere l’autobus insieme ai bianchi. Queste osservazioni mi fanno male, così
come mi fa male sapere che in Italia nel 2002 esistono leggi per cui se sei
extracomunitario puoi calpestare il suolo italiano solo se hai il lavoro. Ho un
amico di New York che da alcuni mesi vive a Milano e mi dice di vergognarsi
quando deve andare in questura a rinnovare il suo permesso di soggiorno, in
quanto gode di privilegi che nascono dal fatto di essere nato negli Stati
Uniti, non è una forma di razzismo? Ma quale tolleranza vogliamo insegnare?
Ecco perchè Sarajevo mi
batteva in testa. Sarajevo segna una tappa della nostra sconfitta, della
sconfitta di quell’uomo che dalla storia non impara niente perchè allungando la
vita è riuscito ad accorciare le memoria, e inesorabilmente va incontro alla
guerra per riaffermare che vuole la pace.
Se un giorno svegliandomi
dalle malinconiche nebbie della padania mi dovessi persuadere che la ricchezza
dell’uomo sta nella sua diversità non solo culturale ma anche generazionale,
sociale, di sesso ecc.. forse imparerei a chiamare fratello anche chi la pensa
in modo diverso da me e allora un’idea nuova pace potrebbe diventare un modo di
pensare comune.
Fino a quel giorno, assopito
dal sonno della quotidianità e del benessere, continuerò ad illudermi di vivere
in un mondo in pace, libero e fraterno e a vedere le guerre come di religione,
di potere, economiche o quant’altro senza accorgermi che dietro ci sono i volti
di mille persone che insieme a me costituiscono le gambe, il cuore, le braccia
e la testa di quella bellissima scommessa che si chiama vita.
Perchè affonda Venezia
Adbullah Sidran (poeta di
Sarajevo)
Guardo il cielo, sopra
Venezia.
Niente è cambiato negli
ultimi
sette miliardi di anni.
Lassù, c'è Dio. E' lui
che ha creato l'Universo,
nell'universo sette miliardi
di mondi, in ogni mondo
un'infinità di popoli, una
molteplicità di lingue, e
una sola, una sola Venezia per uno.
I popoli li ha fatti
diversi, sussurrando alle loro orecchie:
"adesso conoscietevi
tra voi". Una miriade di lingue gli ha dato, per fargliela imparare,
perchè attraverso le lingue
si conoscessero, gli uni dagli altri, e tutti,
in questo modo, diventassero
più ricchi e migliori. E ha dato Venezia come
ha dato gli uccelli e i
pesci, perchè gli uomini e i popoli credano
in Lui, meravigliandosi
delle opere Sue.
Guardo il cielo sopra
Venezia, Lassù e dappertutto,
c'è Dio. Uno. Che ha creato
l'Universo, sette
miliardi di mondi
nell'Universo, in ogni mondo molte
lingue e popoli e una sola
Venezia per uno. E un piccolo popolo
ha fatto, in uno dei mondi
su un territorio che chiamano
Europa, nella tribù degli
Slavi del Sud. E' qui il confine.
La
Bosnia, La Bosnia, La Bosnia. Si toccano qui, e si
combattono, la croce
d'Oriente e la croce d'Occidente, nate da una sola Croce. Ma
il popolo bosniaco è mite.
Per questo è stato toccato dalla mano della terza
Fede: in un Solo Dio, che
non è nato, nè ha generato,
ed è Signore dei mondi, e
sovrano del Giorno del Giudizio.
Guardo il cielo sopra
Venezia. I Signori
della terra hanno deciso che
il popolo bosniaco non c'è.
Venezia affonda. L'Europa
affonda. Affonda la culla, con il bambino
che c'è dentro. Affondano i
continenti. Affonda la rosa nel vaso
di vetro di Murano. Affonda Murano. Affonda la stanza dell'albergo,
e anche la Società
dei poeti morti affonda. Perchè non deve
esserci al mondo il popolo
bosniaco? Fra i colori
- un colore, fra i profumi -
un profumo in meno?
E perchè al mondo non deve
esserci - questa Venezia?
Fra i prodigi - un prodigio
di meno?
Guardo il cielo sopra il
mondo terrestre.
C'è una stella che, lungo un
grande arco, precipita nell'abisso
dell'Universo. Come se
cadesse - in mezzo al Canal Grande.
Il mondo terrestre, tra
sette miliardi di mondi
cosmici, vuol restare più
povero di un intero
popolo. Questa è l'intenzione
dei Signori della Terra.
Nell'Universo, allora,
precipita una stella. E' per questo che
Venezia affonda. L'Universo
sarà più povero - di un intero
mondo. E' questa la volontà
del Signore dei mondi.
Questa la volontà del
Sovrano del giorno del Giudizio.