Mario ha 41 anni, classe 1969. Mario e' di Como. Mario e' un imprenditore.
Imprenditore!?!? Come ama definirsi, appartiene al popolo della partita IVA.
Prima di mettersi in proprio Mario lavorava per l'ENEL, ma quando e' diventata “privata” gli hanno ridotto lo stipendio, modificato il contratto e soprattutto e' cambiato il modo di lavorare (e' diventato meno serio), quindi per lui, non c'erano più' le ragioni per continuare a stare all'ENEL, ha fatto il grande passo e si e' messo in proprio.
Gli chiedo se e' contento. Alza le spalle.
Mario fa impianti elettrici industriali. “La crisi”, dice, “si fa sentire: poco lavoro, tante ore, pochi soldi”.
Gli chiedo come vede il futuro. Alza le spalle.
“Ci sarà' la ripresa, non può che essere cosi'!”.
Mario ha 2 bambine, e per senso di responsabilità deve pensare che le cose miglioreranno, Mario e' spiaciuto che le sue bambine riesce e vederle troppo poco rispetto a quello che vorrebbe, perché purtroppo tra preventivi, spostamenti, piccoli lavori e' sempre in giro: “si lavora di più di quando c'era più lavoro”.
Mario era iscritto al Sindacato e votava “padroni a casa nostra”. Apparentemente due mondi inconciliabili, ma gli sembrava che curassero i suoi interessi, garantendogli il lavoro e la sicurezza. Mi ricorda che l'Italia non e' mai stata comunista, nemmeno quando negli anni 70 il PCI era il partito più votato, allora l'Italia era operaia. La politica l'ha deluso, i politici sono colpevoli di non aver capito che il modo sta cambiando. Mario non vota più, forse perché non sono solo gli interessi che dovrebbero essere tutelati dalla politica o forse perché, più semplicemente, non sa più quali sono gli interessi che la politica dovrebbe tutelare.
Ci salutiamo, ma prima di congedarsi Mario ha una bella notizia da darmi: “si e' avverato un sogno!”.
Con il sorriso sulle labbra mi dice di aver “vinto” il concorso come tecnico comunale “sai di questi tempi ...”
Imprenditore!?!? Come ama definirsi, appartiene al popolo della partita IVA.
Prima di mettersi in proprio Mario lavorava per l'ENEL, ma quando e' diventata “privata” gli hanno ridotto lo stipendio, modificato il contratto e soprattutto e' cambiato il modo di lavorare (e' diventato meno serio), quindi per lui, non c'erano più' le ragioni per continuare a stare all'ENEL, ha fatto il grande passo e si e' messo in proprio.
Gli chiedo se e' contento. Alza le spalle.
Mario fa impianti elettrici industriali. “La crisi”, dice, “si fa sentire: poco lavoro, tante ore, pochi soldi”.
Gli chiedo come vede il futuro. Alza le spalle.
“Ci sarà' la ripresa, non può che essere cosi'!”.
Mario ha 2 bambine, e per senso di responsabilità deve pensare che le cose miglioreranno, Mario e' spiaciuto che le sue bambine riesce e vederle troppo poco rispetto a quello che vorrebbe, perché purtroppo tra preventivi, spostamenti, piccoli lavori e' sempre in giro: “si lavora di più di quando c'era più lavoro”.
Mario era iscritto al Sindacato e votava “padroni a casa nostra”. Apparentemente due mondi inconciliabili, ma gli sembrava che curassero i suoi interessi, garantendogli il lavoro e la sicurezza. Mi ricorda che l'Italia non e' mai stata comunista, nemmeno quando negli anni 70 il PCI era il partito più votato, allora l'Italia era operaia. La politica l'ha deluso, i politici sono colpevoli di non aver capito che il modo sta cambiando. Mario non vota più, forse perché non sono solo gli interessi che dovrebbero essere tutelati dalla politica o forse perché, più semplicemente, non sa più quali sono gli interessi che la politica dovrebbe tutelare.
Ci salutiamo, ma prima di congedarsi Mario ha una bella notizia da darmi: “si e' avverato un sogno!”.
Con il sorriso sulle labbra mi dice di aver “vinto” il concorso come tecnico comunale “sai di questi tempi ...”