sabato 4 ottobre 2014

Siamo a cena nel nostro ristorante indiano a Lisbona. Andare a cena dall'indiano è un appuntamento settimanale fisso. La cucina indiana è l'unica cucina che riesce a soddisfare i complessi palati, e le complicate teorie, di famiglia Luraschi. Soddisfa i vegetariani,  i carnivori, gli amanti delle spezie, gli etnici, gli agro-dolci, ecc ... Così stiamo raccontando a Rajiv, il cameriere, del nostro recente viaggio in India. Rajiv ci ascolta sorridendo e mi suggerisce, come io non avrei mai saputo fare, quale è l'ingrediente segreto di un viaggio in India.
Ma andiamo per ordine, prima i fatti.

Stiamo lasciando Varanasi.  Stiamo percorrendo una superstrada, due corsie per marcia, una marcia è completamente chiusa per permettere a dei pellegrini vestiti d'arancione di raggiungere a piedi nudi il fiume sacro, il Gange. I pellegrini ogni anno durante il mese di luglio camminano 300 km, 200 km, insomma svariati km con un bastone di bambu sulle spalle e due giare, una davanti e una dietro per raccogliere l'acqua santa.
L'altra carreggiata è stata trasformata per permettere due sensi di marcia. Siamo bloccati e chiedo ad Ali la ragione. Ali è la persona che ci sta aiutando con la macchina in questo viaggio in Inda. Ali mi spiega che un gruppo dei pellegrini ha deciso che faranno gli ultimi 10 km spingendo una macchia nella carreggiata del traffico. Mi faccio ripetere la cosa 3 volte, non capisco la ragione. Ali mi risponde che non c'è niente da capire, "Sir, this is India".

Fa caldo, si suda a pensare. Quindi decidiamo di concederci un lusso, forse sarebbe più corretto dire una tregua, prendiamo una stanza con climatizzatore. Stiamo per addormentarci e salta la corrente. Quindi vado alla reception, intendo dal vecchietto all'ingresso seduto sulla sedia per strada, a chiedere cosa è sucesso. Mi spiega che la corrente va e viene, di stare tranquillo che prima o poi ritorna. Gli faccio presente che sto pagando di più per il climatizzatore, il tizio serafico mi dice che lui non può farci niente, "Sir this is India".

Dobbiamo fare un altro lungo tratto in macchina, ad un certo punto saltano i tergicristalli, il climatizzatore e la radio tutto d'un botto. La situazione si fa difficile, soprattutto perché incontreremo il monsone. Ali accosta, e recupera un filo elettrico da un tizio per strada, non capisco come abbia fatto a sapere che proprio quel tizio potesse avere un filo elettrico, e praticamente ripara un fusibile rotto cortocircuitandolo. Sorridente e soddisfatto sale in macchina, per noi è un eroe. Pochi km dopo l'impianto salta di nuovo con una aggravante, tutte le volte che si schiaccia il freno senza aver premuto anche la frizione si spegne la macchina. È evidente che date le circostanze siamo costretti a fermarci. Io sono preoccupato, sia per il fatto che mi vedo bloccato in un insignificante paesino in mezzo al niente per dei giorni prima che possano arrivare i soccorsi, e sia perché c'è il rischio di perdere l'aereo di ritorno a casa.
Mentre sto facendo queste congetture mi rendo conto che Ali non accosta. Ali serafico mi spiega che se le circostanze lo impongono in India si guida sotto il monsone anche senza tergicristalli, si affronta un caldo terrificante senza climatizzatore, e si impara a frenare schiacciando sempre la frizione. Perché  "Sir, this is India".

Ovviamente tutto questo in Europa non sarebbe potuto succedere. Così racconto a Rajiv quello che mi è successo qualche tempo fa a Lisbona. 

Ero fermo nel traffico perché la marginal eta bloccata per una maratona. Migliaia di persone vestite con completini dalla nike super power, alcuni arancioni come i pellegrini di Varanasi, sfrecciano con le scarpine che ti fanno fare i 42,195 km in poche ore in riva al fiume sacro, che per me è il Tejo. Accosta alla mia macchina un vigile e mi fa presente che è costretto a darmi una multa perché ho la ruota anteriore molto sgonfia e liscia. Mi viene in mente la scena dei freni, tergicristalli, etc ... Dopo una breve contrattazione mi lascia andare, con la promessa che provvederò a gonfiarla immediatamente e cambiarla presto. C'è di buono che siamo a Lisbona in Portogallo, che no
n e'  in Germania.

Rajiv mi ha ascoltato sorridendo portando i piatti tra un racconto e l'altro. Gli chiedo il conto ed insieme mi svela l'ingrediente segreto di un viaggio in India, Rajiv mi dice "se tu fossi andato negli Stati Uniti avresti avuto bisogno di dollari, ma sei andato in India. In India si ha bisogno di tempo".