Kathmandu
non è il Nepal, come Roma non è l'Italia e Parigi non è la Francia.
Il Nepal per me sono le montagne, Kathmandu è... Kathmandu.
Il Nepal per me sono le montagne, Kathmandu è... Kathmandu.
A me
Kathmandu ricorda la ruota della vecchia Mercedes Benz mentre Bentivoglio ed
Abatantuono stanno viaggiando in "Turne'"
(http://youtu.be/xTyteWJKpG4), ma soprattutto Kathmandu a me ricorda Sarajevo.
A Sarajevo
sono coesistite tre etnie, pacificamente, per secoli: i bosniaci (musulmani), i
serbi (ortodossi), e i croati (cattolici). Sarajevo ha rappresentato un esempio
di coesistenza, purtroppo distrutto dall'artiglieria serba agli inizi degli
anni novanta.
In Nepal
sono censiti ufficialmente più di 100 gruppi etnici. I famosi sherpa sono tra i
meno popolosi. I newar, i tamang, i tibetani e gli stessi sherpa differiscono
considerevolmente per lo stile di vita, l’abbigliamento ed i riti religiosi. A
Kathmandu i gruppi etnici vivono vicini, molto vicini.
Nel Nepal, a
seconda della provienenza, si parla il Maithili, Bhojpuri, Tharu, Avadhi, Rajbanshi,
Hindi, Urdu, Tamang, Nepal Bhasa (Newari), Magar, Rai/Kiranti, Gurung, Limbu,
Bhote/Sherpa, Sunuwar, Danuwar, Thakali, Satar, Santhal ed altre lingue minori.
Un tamang ed un newari non si capiscono se parlano le proprie lingue. A
Kathmandu tutti devono parlare nepalese.
Nima, il
tizio nepalese che ci ha aiutato ad organizzare il trekking all'Everest
BaseCamp ci ha detto che un tempo, quando lui era giovane (30 anni fa), eri
conosciuto in base alla famiglia alla quale appartenevi, adesso è meno
importante. Tutto si fonde, tutto si mischia, e paradossalmente tutto
s'acutizza.
In Nepal si
va dagli 80 mt vicino alle rive del Gange agli 8848 mt del monte Everest in
soli 147,181 km2. Quindi, sebbene di dimensioni piccole, questo paese offre
casa a diverse etnie, religioni, tradizioni, culture. A Kathmandu è tutto
concentrato a 1.300 mt.
Lo stipendio
mensile di un nepalese è di circa 400 dollari al mese. Circa 5000 dollari
all'anno è lo stipendio di uno sherpa. Gli sherpa lavorano per le spedizioni
alpinistiche per 5 mesi all'anno, due in primavera e tre in autunno. Il lavoro
degli sherpa sull'Everest consiste nell'attrezzare la via di salita e
preparare, oltre al campo base, i campi 1, 2, 3 e 4, in modo che gli
"scalatori" trovino tutto pronto al loro arrivo. A seguito dei fatti
del 18 aprile 2014, in cui 16 sherpa sono morti sulla cascata di ghiaccio del
Khumbu, travolti da una valanga mentre assicuravano le corde tra il campo base
e il campo1, gli sherpa sono scesi a Kathmandu per rivendicare nuovi, e più
robusti diritti. Come per esempio quello d'incrementare l'indennità in caso di
morte: era di 7.000 dollari adesso è diventata di 10.000 dollari, in pratica
poco più di due anni d'aiuti economici alla famiglia in caso di morte della
fonte di reddito.
Ciò che però fa "sorridere, a denti stretti, i non sherpa, è che tra le rivendicazioni c'è stata anche quella di 3 seggi del parlamento d'assegnare a rappresentanti sherpa. Inquietanti segnali di una convivenza che potrebbe risultare difficile.
Ciò che però fa "sorridere, a denti stretti, i non sherpa, è che tra le rivendicazioni c'è stata anche quella di 3 seggi del parlamento d'assegnare a rappresentanti sherpa. Inquietanti segnali di una convivenza che potrebbe risultare difficile.
Dal 2006 il
Nepal ha sancito la fine dell'unico Stato fondato sulla religione induista.
Oggi il Nepal è uno stato laico. Potere politico e religioso sono distinti. Ciò
nonostante la componente spirituale è importante, fondamentale, se si vuol
tentare di capire questo paese.
A Kathmandu
le religioni sono un casino. Ci sono i buddisti e gli induisti che
s'intrecciano e in alcuni casi si mischiano come a Swayambhunath (il tempio delle
scimmie), dove il tempio buddista è di fianco a quello induista, e i riti si
mischiano come le raffigurazioni. Anche se la maggioranza della popolazione professa
l'Induismo (80%), il Buddismo è l'altra religione importante (10%), in
particolare è la religione della corrente tibetana Vajrayana. Il Nepal del nord
ha subito molto l'influsso e l'immigrazione dal Tibet, in particolare a seguito
della repressione cinese. A Kathmandu quando cambi via, o piazza, passi da un
tempio Buddista dove si rullano i cilindri dei mantra, ad uno induista dove si
fanno le puja. Comunque entrambi purificano l'anima.
Nima è
sherpa, quindi buddista, e ci dice che in un piccolo paese nei pressi di
Kathmandu recentemente la comunità buddista ha chiesto d'erigere un tempio, gli
induisti si sono opposti. Un po' come a Cantù, nella ricca Brianza, dove i
musulmani trovano la resistenza dei cattolici che scoprono la loro dimensione
religiosa quando diventa una questione politica, di presunti diritti. Paese che
vai, difficoltà a superare le diversità che trovi.
Nima ci
spiega che non c'è niente di magico nella convivenza tra buddismo e induismo, è
semplicemente una questione geografica. Il buddismo sta in montagna, l'induismo
sulle rive dei fiumi, quindi a valle. Fin che si rispetta la geografia non c'è
problema. Beni, una collega di Nima, ci tiene a sottolineare che è la politica
a creare i problemi, la gente, anzi, le genti possono coesistere pacificamente.
La comunità musulmana è in crescita, la si stima intorno al 5% della popolazione. Beni ci rassicura che i buddisti e gli induisti sono pronti ad includere le feste di rito islamico nel calendario nepalese, ma poi sottovoce precisa che i musulmani, come i cristiani, non sono geograficamente definiti. Li si trova in montagna come sulle rive dei fiumi.
La comunità musulmana è in crescita, la si stima intorno al 5% della popolazione. Beni ci rassicura che i buddisti e gli induisti sono pronti ad includere le feste di rito islamico nel calendario nepalese, ma poi sottovoce precisa che i musulmani, come i cristiani, non sono geograficamente definiti. Li si trova in montagna come sulle rive dei fiumi.
Tra le cose
da visitare a Kathmandu c'è il tempio di Pashupatinat, dove quotidianamente, a
tutte le ore, si assiste al rito funebre induista della cremazione sulle rive
del Bagmati, fiume sacro per gli indù nepalesi. Fa impressione, per i colori,
per i sadhu, per la cerimonia. L'induismo è così lontano dalle usanze
occidentali, così incomprensibile. Quello che sconvolge è la miscela. La
miscela tra animali/uomini, igiene/ascetismo, folclore/purezza,
musica/silenzio, pubblico/privato. Nel tempio indù ci sono mucche che girano
libere. Le mucche sono magre, sporche, e si nutrono della spazzatura. La
difficoltà a comprendere questo mondo per un occidentale può essere descritta
nel paradosso svizzero: sebbene la mucca da queste parti, in Nepal, sia un
animale sacro, se io fossi una mucca non avrei dubbi, certo di finire prima o
poi sul tavolo di qualche macellaio, preferirei passare i giorni della mia vita
in qualche alpeggio in Svizzera.
Pochi giorni fa salendo all'Everest BaseCamp, ho assistito, nel monastero buddista di Tengboche, a 3800 mt, alla cerimonia del pomeriggio: 2 ore nelle quali i monaci hanno cantato, suonato e proclamato litanie, tutto questo rigorosamente seduti nella posizione del loto.
Buddismo ed induismo hanno la stessa origine, ma fanno riferimento a mondi diversi, e si proiettano sulla società in modo completamente diverso, un esempio per tutti: nel buddismo non ci sono le caste. A Kathmandu buddismo ed induismo si mischiano, pur mantenendo le differenze.
Pochi giorni fa salendo all'Everest BaseCamp, ho assistito, nel monastero buddista di Tengboche, a 3800 mt, alla cerimonia del pomeriggio: 2 ore nelle quali i monaci hanno cantato, suonato e proclamato litanie, tutto questo rigorosamente seduti nella posizione del loto.
Buddismo ed induismo hanno la stessa origine, ma fanno riferimento a mondi diversi, e si proiettano sulla società in modo completamente diverso, un esempio per tutti: nel buddismo non ci sono le caste. A Kathmandu buddismo ed induismo si mischiano, pur mantenendo le differenze.
Kathmandu ti
entra nelle orecchie, con i clacson, nei polmoni, con lo smog, negli occhi, con
i colori dei vestiti e delle spezie. Ci sono tre cose che suggerirei di fare a
Kathmandu, intendo fuori dai doveri del turista:
1. Bere i lassi in piazza Pote Bazaar.
2. Fare una corsa con un bus di linea.
3. Perdersi nel quartiere a sud di Durbar Square.
1. Bere i lassi in piazza Pote Bazaar.
2. Fare una corsa con un bus di linea.
3. Perdersi nel quartiere a sud di Durbar Square.
1. Quando mi
sono messo in fila per bere il lassi con i locali a Pote Baazar, il tizio che
lo vendeva, sorridendo, con un vistoso incisivo d'oro, un tipo brillante, mi ha
chiesto: "How far is your hotel?". Finito di bere questo nettare, ha
aggiunto "Run! Run!". Sono tornato a bere il nettare dal ragazzino
brillante ogni volta che potevo.
2. Bhaktapur
è una città ad un'ora di bus da Kathmandu. Meravigliosa, da starci una notte.
Ogni bus di linea è gestito da un autista pazzo, e da un ragazzino che sta
sulla porta d'ingresso a riscuotere soldi, gridare contro gli altri
automobilisti, far salire le persone alle fermate. Nel viaggio di ritorno il
ragazzino non aveva più di 10 anni, con gli occhi svegli e furbi di chi si deve
arrangiare sin da piccolo.
3. Perdersi
nei quartieri malfamati è un dovere di ogni viaggio che si rispetti. Se vuoi
capire un posto devi andare dove la gente vive veramente. Così è stato in ogni
città che ho visitato: Lima, New York, Marrakech, Istanbul ... A Kathmandu ho
camminato per un paio d'ore senza parlare, registrando nella memoria immagini
di una vita impossibile, tra miseria e sporcizia. Mentre camminavamo i bambini
sorridendo ci prendevano le mani per accompagnarci per un tratto di strada, in
cambio volevano una caramella o semplicemente un saluto. Uno di loro ha chiesto
di comprargli un vocabolario nepalese/inglese, glielo abbiamo comprato. Io,
certo che lo avrebbe riveduto dopo qualche minuto, Chiara, convinta che lo
avrebbe usato per imparare l'inglese. Poco importa, in entrambi i casi è stato
utile a una causa importante.
Sono seduto
su una poltrona sfondata in un caffè a vicino a Durbar Square a Kathmandu, ho
ordinato un te' al ginger, mentre riordino gli appunti di un viaggio che ci ha
permesso di camminare per 14 giorni nella valle del Khumbu, fino ad arrivare
all'Everest BaseCamp (#glueverest). Sto provando a contare quante tazze di te'
ho bevuto in questo viaggio, impossibile. Il te' al ginger sta al Nepal come
quello alla menta sta al Marocco.
Guardo dal vetro del caffe’ e vedo il casino di questa citta’. Viviamo un'epoca dove tutto si mischia, si confonde, si miscela. Kathmandu rappresenta una delle tante miscele di questo mondo, patrimonio dell'umanità che dovremmo imparare a preservare, prima che, come Sarajevo, la diversità diventi disuguaglianza.
serie: #glueverest
Guardo dal vetro del caffe’ e vedo il casino di questa citta’. Viviamo un'epoca dove tutto si mischia, si confonde, si miscela. Kathmandu rappresenta una delle tante miscele di questo mondo, patrimonio dell'umanità che dovremmo imparare a preservare, prima che, come Sarajevo, la diversità diventi disuguaglianza.
serie: #glueverest