domenica 10 maggio 2015

Sono a Roma per lavoro. Su consiglio di amici romani la sera vado a mangiare in un ristorante in zona parlamento. Mi dicono essere molto buono e, come prova, dicono essere frequentato dai politici. Del resto si sa, i politici quando c'è da mangiare non si tirano mai indietro. Poco distante dal mio tavolo c'è uno dei personaggi più "interessanti" del jet set della politica italiana, l'onorevole Antonio Razzi con alcuni suoi amici.


Tornato da Roma sono andato ad Intendente, un quartiere di Lisbona, a trovare João. João d'Intendete ha i baffi alla portoghese e due orecchie, come quasi tutti noi, ma, a differenza di molti, João in mezzo alle orecchie ha tanti neuroni che funzionano. Sono stato a trovarlo nella sua tipografia. Tra una rilegatura e l'altra l'ho trovato che scriveva una proposta di legge, me la sono fatta spiegare.

La proposta è semplice: se un parlamentare non è firmatario di una proposta di legge all'anno, si vede dimezzato lo stipendio. Il primo anno la metà dello stipendio, il secondo la metà della metà, e così via.

L'idea mi piace, ma provo ad applicarla all'Italia e non so ... c'è qualcosa che non mi convince.

Del resto un panettiere guadagna in proporzione al pane che vende.
Un dentista guadagna in base al numero di carie che cura.
Uno scrittore in base ai diritti d'autore dei libri che vende.
Un lavoratore dipendente, che lavora per esempio alla FIAT, prende lo stipendio in base alle macchine che vengono vendute. Se la FIAT non vende macchine l'operaio prima o poi è a casa.
Un parlamentare?

Effettivamente la proposta di João d'Intendente sta in piedi, occorrerebbe associare lo stipendio di un deputato con qualcosa di misurabile, nel caso specifico non può che essere con le leggi che produce.

L'idea mi piace, ma provo ad applicarla all'Italia e non so ... mi sembra che non funzioni fino infondo.

Oggigiorno un parlamentare guadagna in base alle "stronz..." che dice in televisione, trovare un meccanismo per obbligarlo ai suoi doveri è necessario.
Personalmente trovo sterile e demagogica la proposta di ridursi lo stipendio da parte dei deputati. La questione non è quanto, ma come svolgono il loro lavoro. 

L'idea mi continua a piacere, ma in Italia ... in Italia ... c'è qualcosa che continua a non convincermi fino infondo.

João ci tiene a precisare che un deputato non necessariamente deve proporre una nuova legge, anzi, se ne elimina una esistente dovrebbe guadagnare un bonus.

Anche questo mi piace, ma se provo a pensarla applicata alla situazione Italiana non so ... c'è qualcosa che continua a non convincermi.

João legge sul mio volto che sono perplesso quindi mi spiega che non è necessario che un parlamentare sia laureato in giurisprudenza, per questo si può circondare di collaboratori, non come adesso di porta borse, che lo possano aiutare a ridurre o migliorare le leggi, in pratica a portare a casa lo stipendio.

Sacrosanto, ma in Italia ...

Penso alla qualità dei politici in parlamento e concludo che in fondo è meglio così: è meglio  evitare che siano costretti a fare il loro dovere, che si portino a casa pure lo stipendio, ma che non ci complichino la vita.
Per consolarmi mi guardo un sempreverde Crozza che imita Razzi su YouTube. E questo mio dubbio prende sempre più forma, pretendere che Razzi scriva una legge, o ne abolisca una, significherebbe solo dare lavoro a Crozza. 

Tra le proposte di legge del Senatore Razzi c'è quella dell'apertura delle case chiuse, in pratica abolire la legge Merlin.
Così faccio un confronto tra chi nel 59 chiuse la case aperte, Lina Merlin, con chi nel 2014 voleva aprire le case chiuse, Antonio Razzi.
Lina Merlin, veneta di Chioggia, che durante il fascismo venne licenziata dal suo impiego di insegnante perché si rifiutò  di prestare il giuramento di fedeltà al regime, obbligatorio per gli impiegati pubblici (http://it.m.wikipedia.org/wiki/Lina_Merlin). Antonio Razzi, che accettò una significativa somma da Berlusconi in cambio di un voto per far cadere Prodi.

Quindi, ammesso che in parlamento si decida ancora qualcosa che non sia già stato deliberato da un consiglio d'amministrazione d'una banca, avrebbe senso parlare dell'idell'italicum SI o NO se alla fine le persone elette fossero tutte, tante, come la Merlin. Io temo che il vero problema non siano le regole del gioco, come eleggiamo i parlamentari, ma il ruolo della politica.
La politica, più di ogni altro settore della società, è in mano a mediocri grazie alle democrazie, diventate un aberrazione dell'idea originale. Il politico proprio perchè deve piacere a tanti deve essere medio, mediocre e banale come sono sempre state tutte le maggioranze.

Me lo vedo il nostro Razzi a dirmi ... non credo proprio ... Caro amico, te lo dico d'amico ... fatti li caz... tuoi ...