domenica 13 dicembre 2015

É  mattina e come purtroppo accade quasi sempre esco da casa per andare al lavoro. Infilo le cuffie, accendo la musica, e viene pescata una vecchia canzone che non mi ricordavo d'avere in memoria:
"La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane ... "
Così rimango inchiodato sul pianerottolo del quarto piano con in mano la spazzatura, e sulle spalle la bicicletta (con i vicini che mi ritrovo la bici me la porto in casa).
Mi sembra di sapere, forse più umilmente intuire, che in questo "spezzare di vene" ci possa essere un senso. Non parlo dell'idea di famiglia che spesso per qualcuno rappresenta la sola ragione per andare avanti, ma dello stare vicino ad un'altra persona, essa sia moglie, compagna o amica. Insomma di quel sentimento, che forse si chiama amore, che si traduce nella voglia di decidere insieme su cosa fare domani, nonostante la spazzatura da buttare ogni giorno.
Potrà capitare anche a me, come è capitato a tanti, che una mattina girandomi dalla sua parte mi possa chiedere cosa ci faccia nel mio letto. Che possa realizzare che in fondo era da tanto che non sapevamo più parlare su cosa fare domani, se non ricordarci di buttare la spazzatura.
"... Dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia ..."
Ma c'è una cosa che per me, come probabilmente per lui (intendo Fossati), dovrebbe aiutarmi a ricordare cosa ci faccio in questo letto. Questa cosa sono gli album di fotografie (a proposito sto ancora aspettando quelli dal Marocco in poi). I ricordi si afflosciano, si confondono, le fotografie no, loro rimangono a ricordarti non solo chi eri ma come sei cambiato, come siamo cambiati.
Sottolineano la distanza che abbiamo messo tra noi ed il resto del mondo.
Questa cosa meravigliosa del riuscire a cambiare insieme ancora adesso mi stupisce, mi sembra un'inesauribile ricchezza. Va al di là delle cose che dobbiamo fare tutti i giorni, il lavoro, la famiglia ... va al di lá della spazzatura da buttare.
È una questione di cosa ci aspetta dopo tutto quello che siamo stati.
"... La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole ..."
So che ad oggi sono stato solo fortunato. Sono capitate cose nella nostra vita che ci hanno aiutato a crescere insieme, coincidenze o energie che a me comunque risultano misteriose. Lisbona è anche questo, è stato un ritrovarsi, saper ricominciare da capo, insieme.
Ho un amico che sta sperimentando la dimensione orizzontale dell'amore, si conosce negli occhi delle donne con le quali va a letto. Io forse quella verticale, prima di trovarne una che mi possa capire come te che ho nel letto ce ne vuole.
Con questi pensieri in testa, appoggio la bicicletta, risalgo le scale, busso alla porta di casa. La porta si apre, e porgendole il sacchetto della spazzatura le chiedo "cosa facciamo domani?".
Lei mi guarda e sorridendo mi dice "Ma va ciapa i ratt!".
So che ha capito.
So che abbiamo messo ancora un pò più di distanza tra noi e il resto del mondo.