sabato 4 giugno 2016

La società dei ragazzi è gerarchicamente organizzata per popolarità.
Al top della gerarchia ci sono quelli che sono bravi negli sport, in basso quelli bravi a scuola.
Poi ci sono gli outsider, quelli che non rientrano nella gerarchia perché difficilmente classificabili, o comunque assolutamente poco interessati alla questione. A parte, invece, quelli che capiscono che c'è una gerarchia ma che non ne capiscono il funzionamento, questi sono quelli destinati a fare casino, quindi essere frustrati o prendere botte.

Oggi a cena Viola ci ha fatto un trattato sulle alchimie che si devono tenere in considerazione per salire o scendere di popolarità a scuola, e come queste alchimie si possano manovrare.
Francisco è popolare, lui gioca bene a rugby, ma João è più popolare, lui gioca bene a calcio, il calcio è più popolare del rugby. Ovviamente questo deve risultare "cool" per un gruppo di compagne, le manovratrici. Sono loro che definiscono le regole non scritte della popolarità, e loro, le manovratrici, sono femmine. Esistono cose che invece non hanno bisogno dell'approvazione delle manovratrici. April ha 16 anni, è una celebrità in Portogallo perché ha inciso un paio di canzoni super conosciute tra i ragazzi, lei è per definizione popolare.
Nuno invece è un "loner", uno senza amici, quello che ai miei tempi si definiva un secchione, lui è in basso alla gerarchia.
Guardo Giovanni e gli chiedo come la vede, mi risponde che lui a calcio gioca bene, e sorride. Guardo Viola e le chiedo come la vede, mi spiega che è meglio definire le regole che mettersi a giocare ad essere popolari. Giacomo ha ascoltato in silenzio. Gli chiedo come la vede. Lui mi guarda e mi dice che sta cosa della popolarità lui non l'ha mica capita, e che comunque non gli interessa.
Per tre motivi diversi sono contento di come se la giocano nella loro società.
Chiara infastidita dalle mie domande, mi chiede come io la vedevo questa questione della popolarità quando avevo la loro età. E come una illuminazione capisco molto tardi quello che allora decisamente non avevo capito.
Mi vengono in mente le botte prese dall'Antonio o dal Giovanni in via Lambertenghi quando tornavo a casa da scuola in bicicletta. Loro erano decisamente più forti di me, anche perché pluri-ripetenti, io allora come adesso un gran rompipalle a cui stupidamente piaceva provocare quelli in alto alla gerarchia.
L'Antonio e il Giovanni erano per motivi differenti i più popolari della mia scuola. Antonio è finito in carcere un paio d'anni fa' per omicidio, mentre Giovanni è finito giù dal ponte dell'autostrada con una diane 6 fatto come un uovo.
Deve essere che le manovratrici di allora avevano un distorto concetto di popolarità. L'Antonio al tempo delle medie era stato sospeso perché si era intrufolato nella sala professori ed aveva sottratto "senza obbligo di restituzione" i registri al tempo degli scrutini, il gesto gli era costato provvedimenti disciplinari, ma proprio grazie a questi sono sicuro che aveva guadagnato punti in popolarità. Ma quello che lo rendeva assolutamente popolare erano i fiori che di tanto in tanto portava alle nostre compagne di classe, un vero duro dal cuore tenero.
Tra la società di quando andavo a scuola io, e quella dei miei figli d'adesso c'è un abisso. La loro è una società più di brava gente.
Il mio mondo è passato da un piccolo paese di provincia del profondo nord, ad una capitale europea, ma il livello di eterogeneità con il quale ci troviamo a confrontarci si è appiattito, frequentiamo tutta gente più o meno simile a noi.
Ovviamente non voglio celebrare le vite bruciate dell'Antonio e del Giovanni, ma ricordarmi che in fondo in via Lambertenghi ho imparato cose fondamentali grazie a loro, e che paradossalmente, pur riconoscendone l'importanza, ho costruito un mondo ovattato intorno ai miei figli fatto di brava gente. Spero solo che se un giorno dovranno trovarsi in via Lambertenghi non succeda quando saranno troppo grandi.
(Sul completino indossato dal sottoscritto nella foto non si accettano commenti ... altrimenti ve lo spedisco).