sabato 29 aprile 2017

 Ali vende anelli, quelli seri, annellazzi nel bazar di Shiraz. Ali è un colto mercante in un Pease che dal tempo di Marco Polo continua a creare cultura e benessere attraverso lo scambio di beni.
È una antica magia. T'avvicini ad un negozio, lui, il mercante, ti saluta, ti chiede da dove vieni, e s'inizia a parlare intorno ad una tazza di te (una sorta di Starbuck dove però al posto di chattare parli con una persona in carne ed ossa). L'ultimo dei suoi problemi sembra essere quello di doverti vendere qualcosa. Così tu ti rilassi e scambi con lui domande e risposte, punti di vista insomma, che a pensarci bene è l'unico prodotto per cui ci si arricchisce regalandolo.

Ali sa tutto della razza ariana e si appresta a spiegarmi perché è importante. A me il tema fa paura, parlare di razze mi mette prurito, ma Ali è incontenibile così inizia la lezione. Sebbene gli studiosi abbiano ricostruito la storia dell'unità linguistica indoeuropea (Ursprache), rimane ancora il problema di comprendere la patria di provenienza (Urheimat) di questa ondata migratoria ed i motivi che l'avrebbero provocata. La ricerca dell'Urheimat diventa fondamentale per capire chi siamo, dice Ali. Ali vuole il mio consenso e quindi ogni tanto m'interroga con domande retoriche del tipo "sei d'accordo che quello che sei dipende anche da dove vieni?".

La ricerca della patria di origine degli ariani è stata di volta in volta identificata in diversi posti, dall'India alla Germania settentrionale (questa ipotesi è stata utilizzata dalla propaganda nazista). Ad Ali s'inluminano gli occhi quando può spiegarmi le conclusioni delle sue ricerche. Ali è certo che gli ariani abbiano origine nelle steppe dell'attuale Russia e s'affretta a spiegarmi il perché. Ci sono sempre due ragioni per cui le persone, i popoli, migrano, "push and pull factors". La gente si muove perché attratta da un posto, per la sua bellezza o le opportunità che offre, "pull factors", oppure perché dove risiedeva non ci sono più le condizioni per vivere, una guerra, carestia, o pestilenza "push factors".

3000 anni prima di Cristo i pull factor erano inesistenti, non si sapeva molto degli altri. In realtà anche adesso sono marginali, poca gente lascia casa propria se non è costretta. A segnare le migrazioni erano, e sono, i push factors. Vivere nelle steppe della Russia a quel tempo era duro, durissimo, sicuramente una carestia ha costretto gli ariani a cercare un ambiente meno ostile.

Dalla Russia gli ariani si sono mossi principalmente in tre diverse aree: l'attuale Germania, l'India e l'Iran. Ali è orgoglioso di spiegarmi che Iran significa "terra degli ariani". L'Iran non è fatto di soli ariani, è l'insieme di tante tribù, ma gli ariani erano decisamente quelli più evoluti, forti, e determinati. L'unione di queste tribù diede origine a qualcosa di grande, nuovo per l'umanità, alla Persia. Da molti considerata la culla della nostra società. Ali sostiene che l'Europa senza l'Asia non esisterebbe. Dario il grande e i suoi successori stabilirono relazioni commerciali, culturali e anche militari che crearono un rapporto forte tra Europa ed Asia, tanto da plasmare un unico ceppo linguistico, infatti si parla di lingue indoeuropee.

Finita la lezione è finito anche il te, e soprattutto la pazienza di Giacomo e Giovanni, quindi il tempo a mia disposizione. Non mi resta che salutare e fare la cosa marginale che mi aveva spinto a conoscere Ali. Comprare l'anellazzo. Il prezzo non importa, include il te e la lezione sulla razza ariana. In ottica puramente economica è chiaro che Ali mi ha fregato, in chiave invece più ampia dove scambiare merci include arricchirsi anche culturalmente, penso di aver portato a casa un bell'annellazzo ed una lezione ad un modico prezzo.

Mentre mi allontano dal negozio di Ali provo a fare un esercizio. Cerco i tratti comuni tra tedeschi, iraniani e indiani. Un esercizio impossibile, sfido chiunque a trovare una soluzione. Del resto, da allora, dalle prime migrazioni avvenute 3000 anni prima di Cristo, di acqua sotto i ponti ne è passata, e ha evidentemente forgiato caratteri, usi e costumi molto differenti tra le tre ramificazioni.

In tutto questo bell'andare, e pensare, rimane però un fattore importante che per millenni ha costituito il vero motore del progresso in questo pianeta: il migrare. Intendo lo spostare famiglie, e comunità, al di lá delle frontiere che arbitrariamente sono state disegnate da uomini, purtroppo anche con il sangue. Non c'è progresso con il solo scambio di beni. Io avrei potuto comprarmi l'anellazzo su internet, ma non avrei conosciuto Ali ed avuto la sua lezione. Marco Polo è l'emblema di questo modo di vedere il mondo.

Mondo che si sta muovendo in direzione opposta. Le proposte politiche dei vari schieramenti durante le elezioni in Europa sono: muri, nazionalismi, localismi da un lato per trincerare persone, e la globalizzazione dei soli beni dall'altro. È la negazione del progresso in entrambi i casi. Io sono per il partito di Marco Polo, dove persone e beni devono poter viaggiare insieme.