martedì 25 luglio 2017

Lo tengo d'occhio da questo autunno. Tutte le domeniche, qualsiasi sia il tempo, neve, freddo, pioggia, pioggia con freddo, freddo con neve, lui è lì, davanti all'ambasciata cinese di Varsavia. 
L'ambasciata cinese di Varsavia è esattamente di fronte alla finestra della mia cucina. Quando quest'inverno fuori c'erano -20 gradi ed a tastoni mi trascinavo goffamente dal letto verso la cucina lo vedevo seduto sul suo tappetino a fare mosse lente e controllate davanti all'ambasciata. Io nei miei caldi, confusi pensieri, mezzo assonnato e mezzo come drogato alla ricerca della dose di caffeina per poter accendere i due neuroni che forse posseggo, lui nei suoi freddi, chiari ma soprattutto determinati ideali. Ovviamente mi chiedevo quale potesse essere la ragione che spinge un uomo ad affrontare simili condizioni meteorologiche, ma ovviamente, fatta la domanda, i miei due neuroni venivano consumati ed affogavo i miei pensieri in un'altra tazza di caffè.
Alla fine ci siamo conosciuti io e Xiang. Una domenica mattina che ero alla ricerca del caffè della staffa, quello delle 11:00, l'ho visto con il suo tappetino in centro, mentre con suoi amici praticava il Falun Gong ed informava i passanti. 
Gli ho chiesto contro cosa protestasse. 
Xiang mi ha spiegato in cosa consiste il "Falun Gong": un'antica pratica cinese per la mente, il corpo e lo spirito. I suoi praticanti aspirano a vivere nella verità, compassione e tolleranza. Purtroppo però in Cina chi lo pratica è perseguitato. L'ex leader cinese Jiang Zemin ha creato l'ufficio 6-10, un corpo speciale di polizia, con l'obiettivo di sradicare questa pratica. 
Xiang mi racconta che da allora centinaia di migliaia di persone praticanti del Falun Gong sono rinchiusi in campi di lavoro forzato e prigioni dove vengono sottoposti al lavaggio del cervello, alimentazione forzata, torture, abusi psichiatrici e sessuali. Xiang fa una pausa e poi aggiunge che ci sono testimonianze in cui è dimostrato che il regime comunista cinese usi queste persone come fonte per il lucroso mercato dei trapianti. 
La cosa se fosse vera sarebbe agghiacciante, ma non capisco il perché di tanto accanimento da parte del governo cinese contro i praticanti del Falun Gong. Lo chiedo a Xiang. Alla fine degli anni '90 il Falun Gong contava 100 milioni di praticanti, molti più dei membri del partito communista, e questo per un leader cinese come Jiang Zemin, per cui il controllo sopra la popolazione è la quinta essenza del potere non può essere accettato. Inoltre la filosofia del Falun Gong fu considerata in diretta opposizione a quella che in quel momento doveva essere la politica cinese.
Il 7 settembre 2006 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione nell'ambito delle relazioni UE-Cina, che «condanna energicamente la detenzione e la tortura in carcere dei praticanti del movimento Falun Gong, i campi di "rieducazione attraverso il lavoro", gli ospedali psichiatrici e gli "istituti di istruzione legali"» e esprime preoccupazione per le informazioni secondo le quali gli organi dei praticanti del Falun Gong «sarebbero stati chirurgicamente asportati e venduti a ospedali». 
È luglio, è domenica mattina, piove a Varsavia. Io mi sono appena svegliato, sono mezzo rintronato. Mi sto facendo un caffè e dalla finestra vedo che Xiang è davanti all'ambasciata cinese con un gruppo di suoi amici praticanti del Falun Gong a fare i loro movimenti lenti, ritmati. Xiang per tutto quest'inverno polacco ha protestato in modo pacifico, ma a testa alta, senza paura sfidando freddo, pioggia neve. Gli porterò una tazza di tè.