sabato 29 luglio 2017


Piazza Krasinskich è sotto casa. Piazza Krasinskich è dove Trump ha tenuto  il suo discorso pubblico a Varsavia. Secondo me a prescindere da quello che Trump possa aver detto o fatto il vero problema e' la sua cravatta.
Ovviamente sono orgoglioso di vivere in una parte di mondo dove le persone possono esprimere liberamente il proprio pensiero, anche quando questo è diverso dal mio. La libertà d'espressione è una delle ragioni per cui non potrei vivere in nessun altro continente, sono profondamente europeo.
Da italiano, comunque, le cravatte che indossa Trump mi danno fastidio, mi distraggono.
La libertà d'espressione ha un corollario. Senza questo corollario si chiama propaganda. È la libertà di contestare, protestare. Sulla dialettica i greci hanno costruito le basi della società nella quale viviamo. Sulla propaganda i russi hanno invece costruito, e tutt'ora gestiscono, la società nella quale un'altra Europa vive. 
E' come se Trump indossasse la cravatta per attirare l'attenzione su di essa, far pensare alla cravatta e non dare peso a quello che dice.
La vera sconfitta di questa visita di Trump a Varsavia va oltre quello che lui possa aver detto, la sconfitta è il modo in cui il suo entourage e le autorità polacche hanno costruito questo appuntamento. Il governo polacco ha invitato Trump assicurandogli che avrebbe portato in piazza solo suoi fanatici sostenitori, nessun contestatore. Grandi pullman sono stati organizzati dalle periferie, dove ogni parlamentare del partito al governo ha dovuto organizzare viaggi per portare in piazza Krasinskich persone che inneggiassero Trump. Era l'accordo perché il presidente degli Stati Uniti accettasse l'invito. Per alcuni giorni abbiamo vissuto in una città blindata, imbavagliata.
Insomma, coscientemente oppure no, tu guardi la cravatta e lui puo' parlare della riforma della guistizia, della prossima guerra, ma quello che conta e' che alla fine del discorso il tuo vicino applaude e tu fai lo stesso senza aver capito la ragione.
L'attuale governo polacco lo scorso anno adottò misure contro la libertà di stampa. Approvò una legge che sottopone i media pubblici al controllo del partito conservatore al potere. Una decisione che costrinse la Commissione europea a mettere la Polonia sotto osservazione.
La Polonia, così come l'Ungheria, la Repubblica Ceca, e la Solvacchia (il gruppo di Visegrad) dovrebbero una volta per tutte scegliere da quale parte d'Europa stare, dalla parte della libertà d'espressione o dalla parte della propaganda.
Alla luce di questi fatti sembra che purtroppo la rivoluzione che Solidarnoc iniziò negli anni ottanta abbia avuto come solo effetto quello di sostituire al governo del Paese governanti stranieri, i russi, con quelli autoctoni, comunque continuando ad adottare la politica dell'altra Europa, quella della cravatta rossa. I confini dell'Europa nella quale io vorrei vivere sono quelli in cui è possible contestare liberamente chi la pensa diversamente da chi è al governo. 
In pratica gli Stati dell'est Europa dovrebbero decidere quale cravatta indossare, se una cravatta rossa oppure una blu con le stelle. Se rossa e' un altro stile quindi fuori dall'EU grazie.