venerdì 6 aprile 2018

(Un pensiero di Francesca, che ha condivso con noi il viaggio in Palestina).


Oggi è di nuovo VENERDÌ! Pensare come un giorno, per noi uguale ad un altro, possa essere motivo di lotta, di resistenza, ma anche di tensione, di paura e di morte mi fa riflettere e mi induce a scrivere. Il giorno sacro, di festa, di preghiera viene attaccato, sfregiato, quasi a non volere mai lasciare in pace la gente che soffre, sine tregua! Una settimana fa correvamo a prendere il pullman per Betlemme per poi essere scaricati davanti ad un muro. Il confine, la separazione tra chi è al suo interno, al caldo, alla luce, prigioniero solo di sé stesso e chi è al di fuori al freddo, spesso senza'acqua, costretto nelle case prigioniero di un sistema che lo riduce alla fame, dove la libertà e i diritti sono parole svuotate, appese ad un filo spinato. Noi abbiamo visto con i nostri occhi, sentito sulla pelle la tensione e ascoltato le storie delle persone. Penso allora che, come testimoni di tutto ciò non possiamo più restare indifferenti, ogni venerdì dovremo stare all'erta per non dimenticare. Forse solo questo potremo fare, ma seppur potrà sembrare poco sarà un segno, sarà il nostro segno lasciato sul muro della vergogna, su quel confine che, prima di partire, pensavo invisibile, ma che purtroppo ora so essere dura realtà.