sabato 11 maggio 2019

Alle prossime elezioni europee ci giochiamo una fetta di futuro, che poi sarà il presente dei nostri figli.
Dopo anni in cui ho creduto di fare bene votando secondo coscienza devo riconoscere che il risultato è pessimo. Forse solo le buone intenzioni hanno avvantaggiato chi la pensa anni luce da come io vorrei che le cose andassero.


Il futuro in un mondo globalizzato, che ci piaccia o no, per noi si chiama Europa. Non esiste una prospettiva che ci possa assicurare un ruolo in questo mondo fuori da questo contesto. Gli Stati Europei presi singolarmente sono troppo piccoli in un contesto mondiale, e troppo pesanti da un punto di vista amministrativo.
L’Europa è il nostro megafono e fattore di scala.

Al di là dei giochi di parole con cui partiti come la Lega stanno promuovendo l’idea di una “nuova” Europa, la loro proposta è mantenere quello che fondamentalmente abbiamo ora. L’Europa delle Nazioni (il raggruppamento che include oltre la Lega il Fronte Nazionale francese di Marine Le Pen) è dimostrato che non funziona. Se gli interessi di una nazione, che sia la Francia, la Germania o l’Italia prevalgono sugli interessi delle altre ci perdiamo tutti, vedi per esempio cosa hanno fatto i francesi in Libia, o i tedeschi con l’euro.

L’Unione Europea non esiste ancora, un processo d’integrazione serio deve essere ancora realizzato, la sola moneta comune non basta. Esistono quattro ambiti in cui gli Stati nazionali dovrebbero devolvere il loro potere all’Europa: difesa, politica estera, ambiente, e politica energetica (che tra l’altro costituisce una delle ragioni per cui nel lontano 1951 con il trattato di Parigi della comunità dell’acciaio e carbone, è iniziato il processo d’integrazione).

L’attribuzione di queste competenze all’Europa deve essere accompagnata da una seria riforma in chiave democratica delle istituzioni europee. La prima interessa la Commissione. Oggi la Commissione è espressione degli interessi nazionali, i commissari vengono nominati dai governi degli Stati Membri dell’Unione, invece la Commissione deve essere nominata dal parlamento eletto dai cittadini europei e ai cittadini deve rispondere direttamente.

Insieme a queste riforme, gli Stati che fanno parte dell’Unione devono godere dei vantaggi ma condividere anche le responsabilità. Per esempio Polonia, Ungheria, e Slovacchia stanno beneficiando di ingenti aiuti economici ma non condividono la responsabilità della gestione dei migranti. La violazione di un trattato deve mettere automaticamente un Paese fuori dall’Unione, non è accettabile che sia il Consiglio Europeo all’unanimità a dover prendere una decisione, gli interessi dei governi nazionali non possono schiacciare l’interesse dell’Unione. Per la Polonia è stata aperta una procedura d’infrazione per violazione dello Stato di diritto. Giustamente la Commissione ha fatto una proposta per bloccare i fondi in caso di attivazione di una procedura infrazione, la proposta non è passata per i voti sfavorevoli della Lega e l’astensione del M5S.

Sulla base di queste considerazioni ho analizzato le proposte dei partiti che si sono candidati a queste europee e, ancora più importante, ho cercato di capire cosa abbiano fatto nel corso degli ultimi anni.
Il sistema per le elezioni del parlamento europeo prevede uno sbarramento al 4%.
A me piace la proposta ambientalista e regionalista promossa dal gruppo dei Verdi europei (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Verdi_Europei_-_Alleanza_Libera_Europea), ma purtroppo i Verdi in Italia per queste elezioni non riusciranno a superare lo sbarramento del 4%, quindi votarli significherebbe avvantaggiare indiscriminatamente tutti i parti che invece supereranno lo sbarramento, incluso quelli che la pensano in modo diametralmente opposto da come la pensio io.
Quindi per quanto nobile possa essere il desiderio di votare secondo coscienza avverto oggi più che mai l’esigenza di promuovere una maggiore integrazione Europea ed evitare una deriva Sovranista.
Il Movimento 5 Stelle ai miei occhi non è credibile, sull’Europa ha detto tutto e il suo contrario.
I due partiti che hanno una proposta vicino a quello che credo giusto fare e che hanno una buona probabilità di essere rappresentati nel Parlamento Europeo sono Il Partito Democratico e Forza Italia. I partiti che hanno una buona probabilità di avere rappresentanti in parlamento Europeo ma che promuovono idee diametralmente opposte alle mie sono la Lega e Fratelli d’Italia.
Quindi voterò turandomi il naso.